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La finanza frattale applicata ai mercati finanziari

Introduzione

Oggigiorno risulta senza dubbio necessario disporre di un bagaglio informativo
fondamentale per allocare i risparmi non destinati al consumo, sicché molti operatori si avvalgono, per le loro strategie di investimento, delle tecniche previsive poste a loro disposizione dagli information providers internazionali. Il vantaggio di disporre di informazioni esaurienti nei confronti delle azioni di società che si intendono inserire nel portafoglio investimenti, risulta un'ottima base per la politica di asset allocation e dell'attività di stock picking implementata dall'operatore nonché rappresenta una proxy importante per la mitigazione del rischio che l'operatore assume nei confronti del mercato dei capitali.

L'elemento prodromico per la creazione di una strategia finanziaria efficiente deve essere sostenuta da un'adeguata informativa societaria e di borsa, che comporterà le fondamenta dell'analisi fondamentale e tecnica adottata dagli investitori razionali. In effetti, quanto più l'investitore fruirà di informazioni facilmente disponibili e con costi da sostenere per disporre di queste, quanto più contenuti, tanto più la tendenza ad allocare le risorse monetarie nel mercato dei capitali aumenterà la partecipazione degli investitori, volumi di negoziazione, la trasparenza e la correttezza delle negoziazioni degli operatori finanziari.[1]

La reperibilità delle informazioni, è da sottolineare, non andrebbe perseguita con artifizi non legali o con condotte elusive delle norme in materia di insider trading ed aggiotaggio, ma sempre con la finalità di rendere quanto più disponibili i dati trasmessi al mercato e le notizie societarie rilevanti, possibilmente fruibili ad un vasto pubblico di investitori così cercando di ridurre il problema delle asimmetrie informative presenti sui mercati. Grazie alle norme promulgate in materia di informativa societaria e di trasparency sulle transazioni finanziarie, il mercato italiano ha cambiato la view nei confronti del problema del mismatching informativo tra i diversi attori del mercato azionario riducendo il differenziale rispetto al passato e garantendo ad un pubblico ampio di accedere all'attività di investimento con minori vincoli operativi.

La crescita dell'attività di advisory prestata da società finanziarie e da studi di ricerca, nonché i reports rilasciati frequentemente da investment banks con finalità informative, hanno ampliato l'enfasi sui canali di finanziamento alternativo al canale bancario, da sempre definito come prima spiaggia per la politica di incetta di fondi per garantire la continuità alle imprese italiane, permettendo all'ampia costellazione industriale italiana di piccole e medie realtà imprenditoriali, di accedere ai mercati mobiliari con ottiche di sviluppo strategico e finanziario divergenti rispetto a quanto fatto nei decenni trascorsi. Il tema del mercato finanziario efficiente, è da sempre, risultato il fulcro dell'analisi e delle scelte di investimento degli operatori finanziari.

Fin dalle sue origini, il concetto di informazione perfetta e gioco equo, promosso da Louis Bachelier nella tesi di dissertazione di dottorato nel '900 dal titolo Théorie de la Spéculation, aprì la frontiera dell'analisi dei mercati finanziari elaborando la Random Walk Theory o teoria del cammino casuale secondo la quale il prezzo di un asset si muove percorrendo una traiettoria indipendente dal percorso coperto in precedenza e affermando che i prezzi rilevati in un determinato istante riflettono pienamente tutte le informazioni disponibili in riferimento al titolo oggetto di interesse. L'affermazione di Bachelier, veniva sorretta da una analisi di natura prettamente probabilistica condotta sui prezzi di alcune attività finanziarie, in particolar modo l'analisi venne realizzata prendendo come campione, le obbligazioni emesse dallo Stato francese, visto che la distribuzione dei rendimenti dei titoli risultava caratterizzata da un rendimento medio nullo e da una varianza di valore unitario, che contraddistingueva una distribuzione di probabilità definita Normale o Gaussiana.

In quel periodo, la presenza di grandi istituti bancari, tralasciando la casa d'affari dei Rothschild e BNP, non risultava cospicua, tanto che il problema delle asimmetrie informative e delle distorsioni che i valori dei titoli scambiati nei luoghi finanziari subivano, difficilmente venivano presi in considerazione. La finanza del tardo Ottocento francese, era ancora influenzata dalle vicende storiche che i Transalpini subirono sotto la mala gestio dello stratega John Law, oltre ad evidenziare la riservata attività di partecipazione alle negoziazioni a pochi individui abilitati finanziariamente e culturalmente, visto che, queste attività d'investimento erano intraprese dalla ricca élite borghese.

La teoria del Cammino Casuale di Bachelier presuppone un mercato finanziario che per le sue qualità tecniche potrebbe essere paragonato ad un fair play o gioco equo, dove compratori e venditori di titoli si compensano nella loro attività di trading, generando, in qualsiasi istante si vada a rilevare il prezzo del titolo analizzato, un valore definito “giusto” del titolo. Naturalmente il fatto che in un mercato a somma zero tutti gli investitori dispongano delle medesime informazioni necessarie per promuovere investimenti di carattere finanziario, lascia desumere che sarà assolutamente impossibile battere il mercato, così facendo, per amplificare i rendimenti sperati dall'attività di compravendita, l'investitore razionale, sarà costretto ad anticipare, con mosse diverse e rischiose rispetto agli altri players del mercato, i movimenti futuri dei prezzi individuando il potenziale cammino futuro del prezzo nel tempo.

Questa supposizione, consentì al giovane matematico transalpino di giungere ad una conclusione influente all'epoca dei fatti, riguardante la possibilità di rappresentare graficamente la distribuzione dei rendimenti delle obbligazioni assunte come variabile di riferimento per il suo lavoro, con un grafico campanulare altrimenti definita distribuzione Normale-Gaussiana, dal nome del fisico tedesco che per primo se ne servì della stessa ed affermare che i prezzi dei titoli finanziari siano distribuiti in maniera indipendente rispetto al percorso storico tracciato, nonché identicamente distribuite.

Nel corso del Novecento, la teoria del matematico francese venne denigrata da molti accademici critici nei confronti del lavoro di Bachelier, riprendendolo in considerazione solo negli anni Sessanta da alcuni docenti delle Università americane di Yale e Harvard, rafforzando la tesi secondo la quale gli investitori sono razionali. Gli investitori sono razionali e avversi al rischio desiderando solo di investire in attività, che dato un certo livello di rischio, garantiscono il massimo rendimento.

Questi sarebbero indipendenti tra loro e dunque dipendenti solo dalle nuove informazioni di cui si viene a disporre nel tempo. La moderna teoria della Finanza è costruita sulle ipotesi dei mercati efficienti nonché perfettamente concorrenziali come sostenuto nel lontano Settecento dal padre del liberismo Adam Smith ed in seguito dalla nuova corrente macroeconomica Neoclassica. Secondo l'opinione dei sostenitori neoclassici, i mercati perfettamente concorrenziali sono in grado di annullare il rischio finanziario, dato che dispongono non solo pienamente di tutte le informazioni disponibili, ma riescono attraverso il transfer risk a cedere titoli a soggetti in grado di gestire il rischio, come se esistesse nel mercato finanziario, una categoria di assicuratori in grado di annullare il rischio.

La teoria principale e più conosciuta in economia risulta senza dubbio la Efficient Market Hypothesis (EMH) la quale venne divulgata dopo la pubblicazione di Eugene Fama della review del '70 dal titolo “Efficient Capital Markets: a review of Theory and Empirical Work” dove viene discussa la teoria dell'efficienza e del “rational agents” o investitore razionale. Tali investitori dal canto loro, preparano delle previsioni sui futuri movimenti dei titoli perseguendo una strategia razionale, partendo dall'assunto secondo cui in un mercato ideale i prezzi dei titoli riflettono pienamente tutte le informazioni attinenti e che la variazione odierna dei prezzi non sia influenzata dalla variazione dei prezzi rilevata in un giorno precedente di negoziazioni, denotando una caratteristica di indipendenza rispetto ad una variazione precedente e assenza di memoria di lungo periodo. Qualora nel corso del periodo di investimento, i valori dei titoli dovessero subire fluttuazioni improvvise, queste sarebbero dovute a fattori di irrazionalità celermente corrette dal mercato dagli investitori istituzionali che limano queste imperfezioni e frizioni tra i titoli.

L'informazione riflessa sui mercati viene divisa su tre livelli crescenti, un livello di efficienza informativa debole, dove i prezzi delle azioni riflettono informazioni riferite a situazioni passate, che già scontano tutta l'informazione disponibile e che se si verificheranno variazioni nei prezzi, queste saranno dovute solo a nuove informazioni diffuse, motivo per cui questi cambiamenti si definiscono indipendenti.

Segue un livello di efficienza informativa semi-forte, dove viene riflessa una informazione pubblicamente disponibile, rintracciabile nei bilanci delle società dai quali costruiscono analisi di tipo fondamentale per valutare il titolo in maniera corretta ogni qual volta si presenti l'occasione In conclusione, un livello di efficienza informativa forte dove tutte le informazioni disponibili riferite ai prezzi delle azioni sono contenute nel trend dei prezzi presumendo che gli investitori siano paragonati agli insiders operanti attivamente in una società quotata in borsa. In realtà, data l'elevata stocasticità dei mercati mobiliari e la difficoltà sugli stessi di reperire tempestivamente un'adeguata informativa, difficilmente si potrebbe parlare di mercati finanziari efficienti in senso informativo e che i prezzi delle azioni listate alla Borsa Valori riflettano tutte le informazioni disponibili sui mercati. Nello stesso periodo, venne proposta una teoria di economia finanziaria attinente la gestione del portafoglio investimenti, partendo proprio dal nocciolo della EMH.

Il promotore della teoria di portafoglio, Markowitz, servendosi del concetto di investitore razionale e di avversione al rischio da parte dell'investitore, presentò la Modern Portfolio Theory meglio conosciuta come la teoria della frontiera efficiente. Secondo l'approccio tradizionale in accordo con la Modern portfolio theory (MPT) di Markowitz, la teoria di portafoglio è espressa in funzione della domanda di attività finanziarie in funzione del loro rischio e rendimento data l'offerta di attività.

La teoria nel dettaglio, cerca di far comprendere come mai gli investitori non àllochino l'intero risparmio in un'unica attività, distribuendo il patrimonio in più assets. E' un modello matematico che si basa in realtà su due uniche variabili, quali il rendimento atteso e la volatilità o varianza (deviazione standard d.s.) delle variabili casuali in cui l'investitore sceglierà il portafoglio che massimizzerà il rendimento atteso o, che è lo stesso, minimizzerà il rischio. Nello stesso periodo, due premi Nobel, Modigliani e Miller2 , proposero il loro modello di valutazione dei titoli, partendo dall'assunzione della frontiera efficiente, nonché dalla perfetta diffusione delle informazioni sui mercati finanziari realizzando il modello che più di tutti viene insegnato nei corsi di economia finanziaria, il Capital Asset Pricing Model o modello di valutazione dei titoli.

La teoria della efficienza della scuola Classica è stata successivamente criticata da diversi matematici ed economisti appartenenti ad una corrente diametralmente opposta a quella Neoclassica. Tra questi, senza dubbio due studiosi di ampio calibro primeggiarono tra gli antagonisti; Benoit Mandelbrot matematico franco-polacco ed Edgar Peters i quali hanno avuto la capacità di abbattere singolarmente ognuna delle ipotesi alla base della EMH.

Secondo Mandelbrot e Peters, in realtà non esistono investitori omogenei, uguali tra loro nella selezione dei titoli e delle informazioni, così come non esistono investitori con la stessa funzione di rischio oppure con orizzonti temporali uguali. La realtà dei mercati ormai sempre più integrati è differente rispetto all'immagine proposta dai Neoclassici; gli investitori ad esempio si differenziano tra investitori cassettisti o speculatori, tra investitori emotivi e non, i quali avendo un financial behaviour divergente, richiederanno anche modelli e teorie divergenti. Da questa affermazione si potrà comprendere come i mercati finanziari, in particolare il mercato azionario, sia paragonabile ad un ambiente caotico e non lineare o perfetto.

La caratteristica della normalità della curva dei prezzi, come ad esempio sostenuto da Bachelier e da Marshall3 è stata ampiamente criticata da Mandelbrot ed altri economisti, i quali hanno potuto costatare che i mercati hanno variazioni di prezzo che variano saltando bruscamente creando dei gap ampi in giorni molto volatili, che non rispettano l'omogeneità delle leggi naturali, visto che essi sono non un composto di particelle, ma luoghi frequentati da individui umani che in effetti sono imprecisi nelle loro azioni. Altro tema ampiamente dibattuto riguarda la continuità delle distribuzioni dei rendimenti dei titoli, che secondo la teoria Neoclassica risultano essere casuali.

Il criterio della casualità delle quotazioni in Borsa è stato seriamente cancellato dalla teoria statistica delle Lévy Stabili e delle distribuzioni dei rendimenti definiti asimmetrici, dove il concetto di variazioni di prezzo autoreferenziali occupa un posto importante nella discussione di Mandelbrot, Taqqu e da Engle. Secondo i risultati conseguiti da questi economisti, la presunta relazione di normalità dei rendimenti è da eliminare visto che eventi come il crollo della borsa di New York del 1987, il crollo delle economie del Sud Est Asiatico del 1997 e dello scoppio della Dot Com Bubble del 1998 in America, si sarebbero dovuti verificare ogni migliaia di anni cosa che, in realtà, non si è verificata.

Da questo presupposto, Mandelbrot ha affermato che le code delle distribuzioni di probabilità sono definite spesse o Fat Tails e che in realtà i movimenti dei prezzi non sono indipendenti o Browniani, bensì subiscono l'influenza degli eventi passati, in grado di alterare le quotazioni future dei titoli. Proprio da questa affermazione, un team di matematici ha promosso una teoria finanziaria letteralmente differente rispetto a quanto proposto fin'ora da Bachelier e i suoi sostenitori, contrastando l'ipotesi dell'efficienza informativa dei mercati denunciando invece che i mercati risultano essere molto più rischiosi rispetto a ciò che si pensi e che, dal canto loro, frequentati da molteplici investitori con orizzonti temporali di investimento differenti, agiscano in maniera simile nei confronti del rischio, il quale, andrebbe evidentemente corretto per l'orizzonte temporale conforme all'investitore.

La caratteristica di similarità temporale attribuirà al mercato finanziario una matrice frattale oggetto di studio in questo paper, che è stata definita da Edgar Peters come Fractal Market Hypothesis.4La caratteristica di similarità, qualora compromessa da variabili finanziarie e reali, potrebbe trasformare le condizioni di stabilità del mercato mobiliare in situazioni di non stabilità ed elevata volatilità, modificando perciò l'orizzonte temporale degli investitori.

Sia Mandelbrot che Peters, nei loro studi sulle misure frattali dei mercati, hanno ottenuto impensabili risultati in merito ad esempio alla presenza di cicli di diversa durata temporale nelle serie storiche di alcuni strumenti finanziari, grazie ai quali può essere utile considerarli per la costruzione di una strategie di investimento basata sulla ripetibilità degli eventi. Il fattore ripetibilità che nella teoria frattale viene incorporato nel concetto di autocorrelazione o persistenza di lungo termine, che influisce sui valori dei titoli è stato analizzato da Mandelbrot e Peters grazie ad una serie di test statistici che hanno evidenziato la dipendenza di lungo termine ed eclissato

invece la supposizione di indipendenza delle serie storiche random. Il secondo risultato conseguito da Peters e Mandelbrot riguarda la presenza di chaos o di improvvisi cambi nelle tendenze dei prezzi monitorati, che hanno dato come esito dell'indagine la presenza nei mercati di una misura di rischio della volatilità, significante una eccessiva rischiosità dei mercati oltre quella normalmente quantificata da Fama, French Marshall e Markowitz non misurabile, da un certo punto di vista con le misure convenzionali o Euclidee.

Le misure rilevate dallo studio condotto da Peters5 grazie all'utilizzo dell'esponente d i Hurst, una misura di dipendenza presente nelle serie storiche riferite ai titoli considerati nello studio, ha permesso di evidenziare che sia il mercato valutario, il mercato obbligazionario che il mercato azionario in generale, non seguono un percorso casuale come sostenuto dalla scuola classica, rappresentato dal movimento Browniano con coefficiente di Hurst di 0.5, ma percorsi con valori del coefficiente di Hurst molto diversi da 0,5 tali per cui, alcune azioni di società listate nei principali mercati azionari hanno una caratteristica di anti-persistenza, ovvero avendo un coefficiente di Hurst minore di 0,5 hanno una volatilità molto alta rispetto alla normalità dove è rilevato un H di 0,5 e sono caratterizzati da una memoria di lungo periodo degressiva, che va scemando d'intensità con il decorrere del tempo.

Altre azioni o strumenti finanziari considerati da Peters, vengono invece inseriti nella lista dei titoli con coefficiente di Hurst maggiore di 0,5 (del caso normale o Browniano) dove in questa circostanza, il titolo pur acclarando la presenza di una dipendenza di lungo termine nella serie dei prezzi con persistenza nella serie storica, ha a differenza del caso anti-persistente, una rischiosità molto contenuta rispetto alla serie di prezzi sia con H pari a 0,5 che con H inferiore a 0,5 La trattazione della teoria dell'efficienza dei mercati mobiliari messa a confronto con la teoria dei mercati frattali e del caos sarà oggetto del presente lavoro di tesi, strutturato in cinque sezione: La sezione prima avrà ad oggetto l'introduzione della teoria dell'efficienza dei mercati mobiliari analizzati da un punto di vista cronologico partendo dal fondatore della teoria fino a tendere alle recenti evoluzioni in materia.

La sezione seconda focalizzerà l'attenzione sulla teoria frattale e le sue origini fondamentalmente matematiche, delineando la struttura frattale in natura. La sezione terza applicherà invece ai mercati finanziari la teoria dei mercati frattali studiata da Benoit Mandelbrot, promotore della teoria frattale, descrivendo in maniera applicativa i tre pillars sui quali Mandelbrot ha poggiato la sua struttura frattale. Nella parte conclusiva della seguente sezione, si darà adito di argomentare della Rescaled Range Analysis tratta dalla teoria dell'Idrologo Hurst che per primo la elaborò ed applicò in natura ed in seguito adattata all'analisi dei titoli quotati.

La sezione quarta, penultima nell'ordine, esporrà quanto presentato nelle sezioni precedenti, applicato al mercato mobiliare italiano con la possibilità di costruire dei trading system e segnali di operatività nei mercati finanziari. In supporto alla costruzione di sistemi di trading ci sarà l'analisi ciclica adottando la teoria delle onde di Elliott e la teoria di Fibonacci utilizzando programmi previsivi di analisi tecnica per la dimostrazione dei risultati ottenuti nel seguente lavoro. Infine, nella sezione quinta del lavoro, ci sarà spazio per le conclusioni e le considerazioni ottenute nell'approfondire un tema tanto innovativo come si sostiene, possa essere considerato il tema della finanza frattale, le appendici grafiche ed in conclusione la bibliografia dalla quale si è attinto il materiale per la stesura della tesi di laurea.


[1] In merito ai requisiti che gli operatori di mercato devono rispettare nei confronti delle controparti deboli, si pensi alla trasparenza correttezza e all'informativa da e verso gli investitori retail che l'impresa d'investimento deve adottare, si veda la materia trattata da Consob, nonché la disciplina della Mifid (dir.com. 39 / 2004 CEE) in F. Annunziata “ La disciplina del mercato finanziario”IV Edizione. Giappichelli Torino 2008.

[2] Franco Modigliani e Merton Miller vinsero il premio Nobel nel 1985 a seguito del lavoro realizzato in America riguardante il valore delle azioni di una società al variare della funzione debito e tasse.

[3] Principle of economics 1890. In questo libro, Marshall parlò della perfezione della natura che non compie salti e che segue leggi deterministiche e precise alle quali non ci si può sottrarre.

[4] Edgar Peters è stato l'autore del libro e propositore della Teoria dei mercati frattali o FMH . Ha pubblicato “Fractal Market Analysis: Applying Chaos Theory to Investment & Economics” 1952

[5] Edgar E Peters “Chaos and order in Capital Markets” 1991

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