Home > Doc > Report FINANZIARIO "CLASSIC" > 21 Febbraio 2006

Report finanziario "CLASSIC" 21 Febbraio 2006

LA SPINTA DI BERNANKE

Proprio quando i mercati sembravano in balia dell'incertezza e della volatilità, incapaci di prendere una decisione e di interpretare la sfera di cristallo per trarne indicazioni sugli scenari economici del 2006, è arrivata la ciambella di salvataggio, che ha impresso una nuova direzionalità rialzista ai mercati, i più forti dei quali, cioè quelli europei, sono riusciti a ritoccare abbondantemente i massimi precedenti. Gli indici americani si sono riportati vicino ai massimi, senza riuscire per ora a superarli, ma hanno mostrato una sicurezza ben maggiore di quella di inizio febbraio.

La ciambella di salvataggio ha il nome del nuovo Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke.

Nella sua doppia audizione al Parlamento americano ha illustrato il Monetary Policy Report, che contiene le previsioni della Fedral Reverse circa l'evoluzione dell'economia americana nei prossimi due anni.

Quello tratteggiato da Bernanke è semplicemente lo scenario ideale per i mercati azionari.

Le previsioni di crescita sono intorno al 3,5% sia questo che il prossimo anno, quindi ben superiori al dato traballante dell'ultimo trimestre del 2005 ed assai distanti dallo scenario recessivo che l'inversione della curva dei tassi di interesse (quelli a breve superiori a quelli a medio lungo termine) ha evovcato più volte nelle settimane scorse. Tale ritmo di crescita coincide col potenziale.

L'inflazione si dovrebbe mantenere assai bassa e sotto controllo, intorno al 2% quest'anno ed addirittura inferiore il prossimo. Anche la disoccupazione si dovrebbe mantenere stabile.

Tale scenario comporta qualche rischio di deragliamento, ma Bernanke ha dato l'impressione di non essere molto preoccupato.

Infatti ha ipotizzato come possibile assistere a qualche forma di surriscaldamento, dovuta a pressioni inflazionistiche dei prezzi energetici, che sarà fronteggiata con alcuni ulteriori aumenti dei tassi di interesse.

Assai meno probabile a suo parere sarà l'eventualità di subire impulsi recessivi. Soltanto uno sgonfiamento traumatico dei prezzi immobiliari sarebbe in grado di fornire una spinta al rallentamento dei consumi e quindi un input recessivo. Ma l'eventualità è considerata meno probabile di un graduale ed indolore raffreddamento spontaneo.

La Federal Reserve sarà comunque in grado di fronteggiare eventuali scostamenti da questo sentiero ideale con la necessaria flessibilità e monitorando i futuri dati macroeconomici.

Il biglietto da visita di Bernanke è stato così molto leggibile da parte dei mercati:

•  Ha la stessa fiducia di Greenspan nell'economia USA.

•  Ha rivelato l'intenzione di continuare sui binari tracciati da Greenspan.

•  Ha parlato molto chiaro ai mercati come Greenspan era abituato a fare negli ultimi anni, conducendoli senza traumi nella direzione voluta.

•  Ha rassicurato sulla sostenibilità della crescita attuale, trascurando gli squilibri esistenti nell'economia.

Insomma, un simile messaggio è musica per le orecchie dei mercati.

Non stupisce quindi l'impennata delle borse, che sembrano aver trovato un nuovo paladino della crescita continua.

Vedremo se i dati futuri gli daranno ragione.

FOCUS MACROECONOMICO

I dati macroeconomici degli ultimi giorni, piuttosto numerosi, sono stati quasi tutti in linea con le previsioni, ma uno di questi ha notevolmente sorpreso in positivo. Si tratta del dato di martedì scorso sulle vendite al dettaglio americane, che in gennaio si sono rivelate in forte crescita e notevolmente superiori alle aspettative. Il dato è piuttosto importante poiché dimostra che i consumi, che nell'ultimo trimestre 2005 sembravano rallentare un po', sono tornati molto sostenuti in questo inizio di 2006.

Se il dato venisse confermato anche dall'andamento dei beni durevoli e da future rilevazioni in crescita anche in febbraio e marzo non sarebbe azzardato ipotizzare un ritorno del tasso di crescita del PIL americano a ritmi decisamente superiori al 4% per il primo trimestre 2006.

In tal caso verrebbero addirittura superate le già ottimistiche proiezioni delineate da Bernanke nell'audizione al Parlamento americano sullo stato dell'economia e le prospettive future.

Il neo-prediente della Federal Reserve ha ipotizzato nel prossimo biennio una crescita sostenuta (tra il 3,5% ed il 4% annuo) e coincidente con le potenzialità in un quadro di inflazione probabilmente stabile, dando così poche possibilità allo scenario recessivo che l'inversione della curva dei tassi di interesse sembrava anticipare nei giorni scorsi.

Anzi, se proprio l'evoluzione dovesse deragliare dai binari del sentiero più probabile, ciò dovrebbe avvenire nella direzione del surriscaldamento, che sarebbe fronteggiato con ulteriori rialzi nei tassi.

Nei prossimi mesi sembra comunque che aumenteranno di importanza i dati macro, poiché da essi dipenderà il comportamento della Fed, più di quanto sia avvenuto nel passato recente.

La settimana corrente non manca di appuntamento macro significativi. Tra essi segnalo il superindice americano (martedì), i prezzi al consumo in USA (mercoledì) e Germania (giovedì) e gli ordini di Beni durevoli USA (venerdì). Sempre venerdì a tarda sera parlerà nuovamente Bernanke sul ruolo delle banche centrali e fornirà qualche ulteriore indicazione sul suo "stile" di gestione della Fed.

Pierluigi Gerbino

Successivo: 28/02/2006 Stop al denaro facile

Sommario: Indice