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I sistemi di trading

Introduzione: cos'è un sistema di trading

Con il termine "sistema di trading", ci si riferisce a una metodologia rigorosamente definita, che utilizza determinate regole per decidere quando comprare o quando vendere su un certo mercato. Scopo del sistema di trading è quello di generare una strategia che sia nel medio -lungo periodo che sia profittevole per l'investitore o lo speculatore. In questo lavoro ci si occupa specificatamente dei mercati dei futures e dei tassi di cambio, anche se i concetti esposti possono essere utilizzati (con qualche difficoltà in più) anche per le azioni. Rimane invece praticamente esclusa un'applicazione per il mercato obbligazionario.

E' importante sottolineare che un sistema di trading non è (necessariamente) uno strumento previsivo. Ad esempio si può pensare ad un sistema di trading che per quanto riguarda l'operazione singola, non dia risultati migliori di quelli ottenibili con il lancio di una moneta: 50% di probabilità di vincita e 50% di probabilità di perdita. Se però il sistema fosse studiato in modo tale da produrre nel tempo, e sulla base di un suo uso ripetuto, perdite limitate e vincite ampie, il risultato nel medio-lungo periodo sarebbe di sicuro interesse. In questo caso, il sistema non avrebbe alcuna capacità previsiva, ma sarebbe comunque profittevole. Da questa considerazione discende un importante verità del trading: per guadagnare è sufficiente ma non necessario prevedere l'andamento futuro dei prezzi.

Dato che l'andamento dei mercati segue normalmente un processo casuale, la cui natura può sì essere, come vuole la teoria finanziaria classica, quella di un semplice "random walk" 4 , ma può anche essere molto più complessa, è normalmente molto difficile, se non impossibilie, ottenere un sistema affidabile dal punto di vista previsivo. I numerosi studi compiuti in questo settore 5 da traders, economisti ed econometrici, pur avendo permesso l'approfondimento di certe relazioni causa - effetto presenti in tutte le economie, hanno dato risultati insoddisfacenti o comunque ambigui dal punto di vista sia della previsione che della determinazione della presenza di un'effettiva efficienza di mercato.

Tuttavia, in questo fase non interessa la capacità previsiva del modello, quanto la sua capacità di realizzare un utile. L'orizzonte temporale entro il quale si deve realizzare l'utile è medio-lungo. Cosa questo significhi può essere meglio illustrato se introduciamo il concetto di barra dei prezzi. Come è noto, molti mercati quotano prezzi continuamente, almeno nei loro orari di apertura. Tali prezzi possono essere rilevati dall'analista in maniera continua, producendo così una serie di rilevazioni dette "ticks" la cui lunghezza tuttavia nulla dice dell'intervallo di tempo trascorso: è possibile cioè avere 100 rilevazioni in due ore e successivamente solo 50 rilevazioni nello stesso periodo di tempo.

Più spesso, l'analista rileverà i prezzi ad intervalli fissi di tempo (ogni settimana, ogni giorno, ogni ora, ogni 5 minuti, eccetera). In quest'ultimo caso, al fine di ottenere il maggior numero di informazioni 4 L'esempio classico di un processo stocastico "random walk" è dato dalla passeggiata dell'ubriaco. Si puó sempre dire dove l'ubriaco è adesso ma non si puó dire dove andrà. 5 Cf. ad esempio Dunis-Feeny (1989), Goodhart (1988), Murfin-Ormerod (1984), Baillie-Bailey (1984), Taylor (1982), Levich (1979), Cornell-Kinmball (1978), Logue-Sweeney (1977), Giddy-Dufey (1975). possibile, l'analista non rileverà un solo prezzo, ma tre o quattro prezzi. Essi sono il prezzo registrato all'inizio del periodo, ad esempio il prezzo di apertura del mercato ("open"), il prezzo massimo registrato nel periodo ("high"), il prezzo minimo registrato nel periodo ("low"), e l'ultimo prezzo del periodo ("close"). Le rilevazioni così ottenute vengono poi espresse graficamente con una "barra" O-H-L-C del tipo illustrato in Figura 1.


Figura 1 : alcune barre O-H-L-C registrate sul mercato del cambio dollaro - marco.

In alcuni mercati, come ad esempio i mercati dei futures e le borse, esistono orari di contrattazione predeterminati, del tipo dalle 9 alle 16. In questi casi è relativamente facile rilevare l'open che è il primo prezzo quotato all'apertura, ed il close che è l'ultimo prezzo quotato prima della chiusura. Il significato dell'open e del close quindi importante perchè esiste un periodo di tempo (ad esempio la notte) in cui il mercato non funziona ma in cui possono essere rese note notizie in grado di influenzare l'andamento dei prezzi e perciò di creare dei "gaps" tra l'open di un giorno ed il close del giorno precedente. Altri mercati, come ad esempio i mercati dei cambi, quotano prezzi 24 ore su 24 attraverso circuiti telematici come Reuter's, Telerate, Bloomberg, Knight Ridder ed altri. In questo caso non esiste nè un vero open, nè un vero close se non -ipoteticamente - a livello settimanale.

L'open ed il close possono venire calcolati solo "artificialmente" semplicemente rilevando certi prezzi a certi orari predeterminati: evidentemente il loro significato è diverso da quello attribuibile agli open e close di mercati che effettivamente chiudono ad una certa ora. In pratica in questi casi si determina solamente un "close" (barra H-L-C): essendo la trattazione continua, l'"open" altro non è che il "close" del periodo precedente.

La lunghezza temporale di un sistema di trading è quindi correttamente espressa dal numero di barre su cui il sistema si sviluppa piuttosto che da un'unità temporale. Quando si dice che un sistema di trading deve produrre profitto su un orizzonte temporale medio-lungo ci si riferisce dunque ad un certo numero di barre e non ad una certa durata temporale. In particolare, riferendosi ad un periodo medio-lungo si pensa a 150 -300 barre: se poi queste barre rappresentino minuti, ore, giorni, o anche settimane non ha in questo caso importanza.

E' compito dell'analista identificare il tipo di barra da utilizzare e questo dipende sia dalla liquidità del mercato (ad esempio un mercato scarsamente liquido non produce dati orari significativi), sia dalla possibilità fisica di effettuare operazioni di trading con una certa frequenza. Sarebbe ad esempio impensabile per la maggior parte degli investitori privati effettuare speculazioni infragiornaliere o addirittura infraorarie ed è spesso difficile anche effettuare speculazioni infrasettimanali.

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