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I sistemi di trading

Alcuni esempi di segnali di entrata [c]

Idea n. 7: il comportamento del mercato è completamente casuale. Ció che è importante non è se si compra o se si vende ma quanto si compra o si vende.

Questo concetto deriva originariamente dallo studio dei giochi d'azzardo come la roulette. Si sostiene che il fatto che si possa realizzare un'operazione in utile piuttosto che in perdita è in sostanza questione di fortuna perció diviene importante possedere una tecnica per sapere quanto giocare e quando uscire dalle operazioni.

Tra i metodi piú noti che appartengono a questa categoria ricordiamo i classici Martingale in cui ogni volta che si perde si raddoppia l'importo, e anti-Martingale 20 in cui si raddoppiano le vincite. Questi metodi hanno il non piccolo problema di richiedere, in presenza di una stringa continuata di perdite, un capitale a disposizione veramente enorme. Altri metodi di questo tipo sono il Pyramiding [Vedi Kaufman (1987) e Balzara (1992).] e il Tactical Trading di Eliason [Vedi Eliason (1989) e Logan (1989).]


Idea n. 8: anche nell'andamento apparentemente caotico dei prezzi esiste un ordine nascosto che è rintracciabile con metodi matematici.

Questo è il filone che deriva recentemente dalla cosiddetta "matematica del caos". Per usare un po' di linguaggio tecnico si puó dire che si sostiene l'esistenza in molte serie di prezzi generati da un sistema dinamico caotico non lineare con punti di attrazione detti "strani" normalmente di dimensione frattale. A detta dei sostenitori di questo approccio, tali sistemi sono almeno in parte ricostruibili attraverso l'uso dei diagrammi di fase, il calcolo della dimensione frattale ed il calcolo degli esponenti di Lyapunov. In altri termini: parte dei movimenti dei prezzi che noi riteniamo casuali potrebbero non essere cosí casuali.

Oggi è possibile costruire dei sistemi di equazioni che in talune circostanze esibiscono un comportamento apparentemente del tutto caotico e casuale, ma che in realtà è deterministico anche se di un determinismo molto complesso. Questo significa che, identificando il processo sottostante alla dinamica caotica, sarebbe possibile poter prevedere con molto maggior precisione di quanto non si possa fare con altri metodi il comportamento futuro dei prezzi [La matematica del caos e dei frattali ha ricevuto recentemente molta attenzione. Alcuni testi in proposito che mantengono ancora un certo grado di comprensibilità anche per il non addetto ai lavori sono Mandelbrot (1987), Schroeder (1991), Ruelle (1991), Devaney (1990) ed in particolare per le applicazioni finanziarie Peters (1991).]

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La matematica del caos è sicuramente un argomento affascinante. Dobbiamo tuttavia dire che si mantiene una perplessità di fondo circa il possibile uso pratico di questa metodologia per lo sviluppo di sistemi di trading ed in particolare per l'identificazione dei segnali di entrata. La perplessità è questa: per produrre segnali di entrata io devo con questa metodologia essere in grado di comprendere la natura piú profonda del funzionamento del mercato per poterla poi modellizzare. Un obiettivo che farebbe rabbrividire il piú preparato degli analisti e che per quello che ci riguarda è sufficiente a scoraggiarci.

Questo naturalmente non significa che in casi particolari, alcuni elementi utili circa la progettazione di particolari segnali di entrata possano venire anche da questa metodologia. Esiste già un primo esempio di un segnale detto "Delta Phenomenon" di Wilder che apparentemente usa alcuni di questi concetti anche se non è assolutamente chiaro il modo [Vedi Wilder (1990). Ci lascia tuttavia moltissimi dubbi il fatto che l'autore non espliciti chiaramente questo sistema nelle sue componenti e non ne incoraggeremmo sicuramente l'uso.].

Questa lista non è naturalmente esaustiva. Soprattutto occorre considerare che nuovi tipi di segnale vengono proposti ogni mese su pubblicazioni, riviste specializzate o attraverso seminari e convegni. L'interesse su questo tipo di problemi sembra accrescersi sempre di più a causa della sempre maggiore apertura dei mercati finanziari da un lato e della sempre più economica capacità di calcolo dei moderni computers.

E' fuori discussione che l'approfondimento anche critico della letteratura esistente in materia possa essere utile per l'analista, mi permetto tuttavia di fare un invito. Un segnale di entrata può forzatamente recepire solamente alcuni degli aspetti del funzionamento del mercato: non esisterà dunque mai il segnale che è sempre corretto e la sua ricerca è futile.

Diviene dunque importante che ogni analista utilizzi segnali che, a suo modo di vedere, riflettono quelli che egli pensa siano le caratteristiche più notevoli del mercato in questione e le rifletta in un modo che sia compatibile con il suo stile di trading. Non è purtroppo quasi mai possibile che esista un segnale che, preso dalla letteratura a scatola chiusa, riesca a rappresentare se non l'"ideale" almeno il "meglio". 24 Vedi Wilder (1990). Ci lascia tuttavia moltissimi dubbi il fatto che l'autore non espliciti chiaramente questo sistema nelle sue componenti e non ne incoraggeremmo sicuramente l'uso.

L'invito è dunque rivolto all'analista, affinchè, se egli è serio relativamente allo studio del mercato, studi non solo i segnali proposti dalla letteratura, ma si sforzi di modificarli o crearne dei nuovi al fine di creare la maggiore corrispondenza possibile tra il modo in cui egli interpreta il mercato ed il funzionamento del suo sistema di trading. Questo non per aumentare il panorama di segnali esistenti (ne esistono già anche troppi), ma piuttosto per creare il massimo di sincronia tra analista (trader) e comportamento del sistema: più l'analista sa cosa aspettarsi dal sistema sia in termini di forza che di debolezza, più aumentano le probabilità di realizzare un profitto.

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