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Report finanziario "CLASSIC" 28 Giugno 2005

QUESTA VOLTA E' DIVERSO?

Le ultime giornate ci hanno presentato parecchio nervosismo sui mercati finanziari.

La situazione ha molti padri, a cominciare dall'evoluzione della situazione geopolitica in medio-oriente.

L'elezione di un presidente della repubblica islamica iraniana ultra-integralista ha contribuito a surriscaldare il clima delle polemiche in un'area che da qualche mese non faceva più molta notizia sulle prime pagine dei giornali.

La guerra civile irakena, pur producendo uno stillicidio di attentati e di morti tra i poliziotti locali e i soldati americani, da un po' di tempo è sparita dai telegiornali.

L'area del golfo persico torna ora prepotentemente all'attenzione mediatica dopo le prime uscite del neo-presidente iraniano, che ha già dichiarato di non temere gli americani e che pertanto proseguirà il progetto nucleare e ridiscuterà i contratti di fornitura del petrolio con le multinazionali straniere.

Tanto è bastato, da un lato, a far impennare il prezzo del greggio ben oltre i 60 dollari al nuovo massimo storico, mentre dall'altro evoca nuovamente possibili reazioni belliche future da parte degli americani e dei loro alleati israeliani, che, qualora vedessero pericoli imminenti alla stabilità dell'area, potrebbero attuare nuove azioni di guerra preventiva, precipitando nuovamente nel caos l'area a più alta densità di pozzi petroliferi del mondo.

I mercati azionari hanno risentito emotivamente del nuovo scenario correggendo per qualche giorno dai livelli raggiunti in precedenza, che erano ormai piuttosto vicini ai massimi annuali (per gli indici americani) o addirittura al di sopra (per i principali indici europei).

La fuga dall'azionario ha giovato ai mercati obbligazionari, che sono nuovamente saliti ai massimi assoluti delle scorse settimane, mostrando scarsa fiducia nelle capacità di tenuta della crescita economica mondiale.

Tuttavia abbiamo notato che le prese di beneficio sull'azionario sono decisamente rallentate in prossimità dei primi importanti livelli di supporto, lasciando spazio nella giornata odierna ad un buon rimbalzo.

Mi pare il segno che sul mercato c'è ancora molta gente fiduciosa sulle possibilità rialziste dei mercati.

Anzi, un fattore che potrebbe nel medio periodo preoccupare è proprio l'eccessiva fiducia nelle possibilità rialziste dei mercati.

In giro si fa fatica a trovare qualcuno che tema cali pronunciati. Quasi tutti sono pronti a rientrare sui mercati ai primi segni di ritracciamento.

Questo eccesso di confidenza potrebbe essere pericoloso, poiché normalmente i mercati non si conmportano mai come desidera la maggioranza degli operatori.

Un altro elemento abbastanza strano e forse non molto giustificato è la diffusa convinzione che i pericoli inflazionistici siano abbastanza contenuti.

Sebbene la situazione odierna sui mercati assomigli abbastanza a quella che si vide negli anni '70, al tempo della prima crisi petrolifera (tassi bassi, eccesso di liquidità, prezzo del greggio alle stelle), quasi tutti gli operatori affermano che "questa volta è diverso", cioè questa volta l'impulso inflazionistico provocato dal petrolio non si trasmetterà al resto dell'economia, poiché si ritiene che le moderne economie siano molto meno condizionate dalle necessità energetiche.

Sarà, intanto constatiamo che il bene rifugio per antonomasia, cioè l'oro, ha dato un bel segnale rialzista e si sta portando nuovamente in area 440 $, a pochi dollari da una resistenza che lo separa dai massimi al di sopra di 450.

FOCUS MACROECONOMICO

Pochi dati economici di rilevo nei giorni scorsi. I mercati sono stati decisamente più condizionati dalle notizie dal fronte petrolifero che da novità macroeconomiche.

Lo sfondamento della quota psicologica di 60 $ da parte dell'oro nero ed il segnale rialzista dato anche dall'oro giallo, col superamento di quota 440 $, hanno messo un po' di paura ai mercati azionari, che hanno corretto il loro movimento rialzista. Un certo effetto, e non positivo, lo ha fatto anche l'elezione di un presidente ultra-integralista in Iran, che ha evocato scenari di future tensioni geopolitiche con USA ed Israele e nuovi elementi destabilizzanti sui mercati.

Dal canto loro i mercati obbligazionari hanno prontamente ripreso la via del rialzo scontando nuove ipotesi di difficoltà nell'economia mondiale.

I prossimi giorni ci presentano parecchi interessanti dati macroeconomici, concentrati soprattutto negli ultimi due giorni della settimana. Segnalo per importanza i due indici di fiducia dei consumatori USA (martedì e venerdì), l'ultima stima definitiva del PIL USA del 1° trimestre (mercoledì), l'indice PMI di Chicago (giovedì) e l'indice ISM manifatturiero (venerdì).

Pierluigi Gerbino

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