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Mercati efficienti e bolle speculative: cicli economici, finanza e psicologia

Parte II. Finanza e Psicologia

Gli economisti hanno fatto sicuramente progressi nella comprensione dei mercati finanziari, ma continua a prevalere la complessità della vita reale. Robert J. Shiller

La teoria del mercato efficiente, o EMH (Efficient Market Hypotesis) di cui ci si occuperà specificamente nella terza parte del presente lavoro, oltre che affermare l’assoluta imprevedibilità dei movimenti del mercato e la rigorosa riflessione del set informativo nel livello dei prezzi, implica un comportamento degli operatori efficiente e razionale, così come chi progetta le uscite di sicurezza dei locali pubblici presume che in caso di incendio le persone si metteranno in fila ad aspettare il loro turno per sottrarsi alle fiamme.

In realtà i mercati finanziari, come tutte le organizzazioni istituite dall’uomo, malgrado trovino fondamento sulla massimizzazione di una funzione di utilità, rimangono pur sempre governati da un sistema di scelte e decisioni prese da esseri umani, e pertanto suscettibili di essere influenzate da variabili sociali, emotive e psicologiche. La storia ha fornito diversi casi di episodi speculativi in cui le valutazioni che avrebbero dovuto accompagnare determinate compravendite, o erano del tutto assenti, oppure poggiavano su considerazioni prive di qualsivoglia razionalità e buonsenso.

Nei due capitoli che seguono ci si soffermerà su quegli aspetti culturali e psicologici della società e dei singoli operatori, in grado di contagiare in una certa misura il mercato, esponendolo a modelli comportamentali non del tutto razionali, o comunque non “massimizzanti”, capaci di conferirgli , in determinate condizioni, anche un certo grado di prevedibilità : questo, come sarà chiaro dalla parte terza del lavoro, significa inefficienza.

Come si è visto analizzando l’ultimo grande mercato al rialzo, innescatosi nel 1982, sebbene a dare fiducia agli investitori sia stata la prospettiva di utili alti, come prescrive la valutazione fondamentale, nel corso degli anni i livelli dei prezzi hanno cominciato a distaccarsi pericolosamente da tali valutazioni, incorporando delle prospettive non più razionali, che trovano spiegazione soltanto in una moltitudine di fattori, ognuno dei quali, preso singolarmente, non desterebbe eccessivi sospetti.

Una serie di situazioni particolarmente favorevoli all’economia possono quindi produrre, per così dire, un effetto maggiore della somma delle parti, destando nel complesso quella che Shiller definisce una “self-fulfilling psychology”.

Marco Primavera

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