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Analisi Frattale dei Mercati Finanziari

Analisi tecnica, anomalie tecniche ed EMH

Le teorie su cui si basano gli analisti tecnici assumo implicitamente che vi sia dipendenza tra le variazioni dei prezzi nel corso del tempo. Ciò significa che la storia dei prezzi può essere usata per prevedere in modo significativo l'evoluzione dei corsi azionari. È quindi evidente il contrasto con le teorie dell’EMH ed in particolare con il suo modello di base random walk.

Ancora una volta le indagini compiute per capire la natura dei mercati non hanno dato ragione certamente ad una sola delle parti. A favore dei sostenitori dell’analisi tecnica di rilievo sono le prove di significatività delle tecniche usate dagli analisti, compiute da Brock, Lakonishok e LeBaron (1992). Essi hanno messo a punto dei test di valutazione di strategie d'investimento basate su alcuni degli strumenti fondamentali dell'analisi tecnica: medie mobili, supporti e resistenze[7].

Una delle trading rule usate, prevede di considerare la serie dei prezzi medi degli ultimi cinquanta giorni di contrattazione. Hanno fissato, quindi, una banda di confidenza del +-1 per cento attorno al prezzo medio. Si genererà un segnale di acquisto se il prezzo corrente passa sopra la banda, viceversa un segnale di vendita se il prezzo corrente scende al di sotto della stessa. Per il test gli autori della ricerca, hanno usato le serie giornaliere dell'indice Dow Jones dal 1897 a 1986.

Il risultato è che il 50 per cento dei segnali era di acquisto, conseguendo un rendimento medio giornaliero di 0,00062, mentre il 42 per cento era di vendita, conseguendo un rendimento medio giornaliero di -0,00032. In conseguenza di ciò il rendimento medio complessivo della regola usata era di 0,00094. Se questa strategia fosse stata usata duecento volte in un anno, avrebbe generato un rendimento del 20,7 per cento annuale. Si noti, però, che nell'implementazione della strategia non si è tenuto conto dei costi di transazione che potrebbero alla fine vanificarla.

La stessa regola di contrattazione è stata poi applicata a quattro sottointervalli del periodo considerato con l'esito che per i primi tre il risultato del test era simile, mentre per il quarto sottointervallo (dal 1962 al 1986) il rendimento della regola usata è risultato significativamente inferiore agli altri tre casi. Altre simili regole sono state testate generando risultati paragonabili. Dunque tali tipi di strategie sono, in base a tali risultati, in grado di superare le prestazioni di una strategia di tipo "comprare e tenere" (buy-and-hold). In conclusione le strategie che sviluppano gli analisti tecnici avrebbero una qualche valenza previsiva. Tuttavia, prima dell'implementazione di una qualsiasi strategia, i costi di transazione vanno attentamente valutati.

I processi che sottintendono la realizzazione dei rendimenti nei mercati, sono probabilmente più complicati di quanto suggerito da studi che si basano su modelli lineari. È plausibile che le regole dell'analisi tecnica colgano una qualche regolarità nascosta che farebbe da supporto alle regole previsive. Dunque concludere che l'analisi tecnica è inutile sarebbe "prematuro". Per quanto riguarda la spiegazione che viene data dai sostenitori dell'EMH all'esistenza delle anomalie tecniche, prima citate, interviene ancora una volta Fama (1997), uno dei massimi esponenti della teoria. Un mercato efficiente genera delle categorie di eventi che individualmente considerante suggeriscono che gli agenti reagiscono in modo errato alle nuove informazioni.

Ma in un mercato efficiente il numero di episodi di sottovalutazione delle informazioni dovrebbe essere equivalente a quello degli episodi di sopravvalutazione. Se quindi le anomalie si distribuiscono casualmente tra i due tipi di reazione, la loro esistenza non contraddirebbe i fondamenti dell'EMH. Il fatto che il mercato reagisca in modo spropositato in certe circostanze e inadeguatamente in altre, sarebbe sempre imputabile al caso.

Da qualche tempo si assiste ad un avvicinamento del mondo della fisica ai fenomeni del mondo finanziario. Per i fisici i mercati sono per molti aspetti assimilabili alla categoria dei "fenomeni complessi" (Mantegna R.M. - Stanley H.E., 2000): appartengono, cioè, non diversamente dalla biologia o dalla meteorologia, a una tipologia di fenomeni caratterizzati da un numero più o meno grande di elementi interagenti tra loro e da una dinamica imprevedibile. Un evento che ha formalizzato questo nuovo approccio nell'affrontare le dinamiche dei mercati, è stato un convegno internazionale a Budapest nel 1997, in occasione del quale è stata presentata quella che è ora chiamata Econofisica.

Questa nuova scienza si avvale delle conoscenze raggiunte in vari campi della fisica, della matematica e dell'economia: dalla teoria dei frattali, alla fisica statistica, ai vari modelli già creati dai diversi economisti per interpretare i mercati finanziari. In questo lavoro si tratterà principalmente della natura frattale dei mercati finanziari. Nel prossimo capitolo si passerà ad una breve trattazione dei frattali. Uno degli interessi che gli studi di economia hanno nei confronti di questi oggetti, è motivato dall'obiettivo di comprendere quali siano le leggi che governano i movimenti dei prezzi.

Provare che i prezzi sono generati da un processo frattale, significherebbe avvalorare la tesi dell'esistenza di qualche forza che è più complessa di un semplice random walk. Un processo frattale, di cui il processo random walk rappresenta un caso particolare, presenta una struttura irregolare e la caratteristica dell'invarianza in scala (o autosomiglianza, ancorché solo statistica). In altre parole, un processo frattale, presenta una struttura che difficilmente si rivela ad un tipo di analisi che è appropriata solo per testare la presenza di un random walk.


7 Supporti e Resistenze sono termini di Analisi Tecnica che individuano dei livelli di prezzo che porranno resistenza, rispettivamente, alla discesa o al rialzo dei prezzi stessi. Vengono generalmente identificati con massimi o minimi, ma assume particolare importanza la sensibilità dell'analista.

Giancarlo Fabbro

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