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L' Analisi Tecnica e la previsione economentrica

Applicazione dell'analisi tecnica al Mib30

Per l'applicazione dell'analisi tecnica grafica si è fatto riferimento alla serie del MIB 30 che, si ricorda, è un indice costruito sul paniere dei 30 titoli a maggiore capitalizzazione quotati presso la Borsa italiana e costituisce il sottostante del Futures denominato FIB 30. Le osservazioni considerate riguardano 893 quotazioni giornaliere di chiusura del MIB30 per il periodo campionario che va dal 7/3/1995 al 21/9/1998.

A fini descrittivi si può suddividere questo periodo in due sottoperiodi: il primo, dal 7/3/1995 al 24/7/1997, comprende 600 quotazioni e può definirsi un periodo caratterizzato da una fase di consolidamento e da una successiva fase di evoluzione; il secondo, dal 25/7/97 al 21/9/1998, comprende 293 quotazioni ed è caratterizzato dalla continuazione della fase di evoluzione seguita da una fase di inversione.

Osservando l'andamento del MIB30 nel primo sottoperiodo (Fig.1), si può rilevare come siano evidenti fasi iniziali che contraddistinguono il principio di una tendenza al rialzo di lungo periodo. Il primo stadio, denominato di accumulazione, è identificato da un movimento laterale dei prezzi (sidewaystrend) ed è caratterizzato da un equilibrio fra la domanda e l'offerta (area a-b-c-d del grafico).

La seconda fase è chiamata di espansione ed è contraddistinta da un movimento rialzista principale interrotto da due trends minori ribassisti, dei quali uno (linea f-g) già realizzato. Il suo inizio avviene con una brusca perforazione della linea superiore che delimita il sidewaystrend accompagnata da ampi volumi (punto e); alla rottura segue la fase iniziale del major uptrend. La tendenza ribassista minore (linea f-g) definisce la temporanea interruzione del trend principale al rialzo (denominata correzione); la fine della correzione e il ripristino del trend principale sono segnalati dalla perforazione della tendenza ribassista minore e da un pulback rialzista (punti h ed i).

Per quanto riguarda il secondo sottoperiodo (Fig. 2) si deve osservare come risulti ancora più evidente la fase di espansione. Il suo svolgimento avviene lungo delle linee di tendenza la cui inclinazione assume rilevanza per la comprensione dello stato del movimento dei prezzi in atto. Affinché l'evoluzione dei corsi sia definita normale, cioè sussista un giusto equilibrio fra la velocità di ascesa o discesa e il tempo, è necessario che la linea di tendenza sia inclinata di circa 45 gradi.

Un'inclinazione inferiore a 45 gradi, indica uno scarso vigore del movimento (soprattutto se ci sono anche bassi volumi). Viceversa, un trend inclinato più di 45 gradi palesa una situazione caratterizzata dal fatto che i prezzi si stanno muovendo troppo rapidamente e pertanto plausibile che si verifichi nel breve termine una correzione. Come appare evidente nella Fig. 2, tutte le volte che la linea di tendenza diventa troppo inclinata si verifica un movimento inverso di breve periodo (correzione).

La parte finale di movimenti definiti (al rialzo o al ribasso) dei prezzi assume delle conformazioni grafiche precise che sono state classificate in un insieme di modelli chiamati modelli di inversione primari. All'interno di questa categoria esiste un sottoinsieme detto a massimi multipli (o a minimi multipli). Una classica figura grafica multi top è il doppio massimo osservabile nella Fig. 2.

Accanto all'analisi grafica si è effettuata l'analisi quantitativa i cui risultati per brevità non sono riportati7 e sono stati determinati per ogni tecnica applicata i rendimenti ottenibili sulla base dei segnali buy e sell. Si possono così verificare ulteriori ipotesi (sempre per brevità sono riferite solo al primo sottoperiodo campionario). Per esempio, si può verificare che la volatilità dei rendimenti buy dopo l'avvio della fase di espansione sia superiore ai rendimenti sell e viceversa nella fase di congestione. Questa verifica si basa su un test di uguaglianza o meno delle varianze dei rendimenti.


Come si osserva dalla Tab.1, ad un livello di significatività del 10% i rendimenti buy risultano meno volatili dei rendimenti sell nella fase di congestione, questa e' la caratteristica di un mercato fondamentalmente vischioso al rialzo e rapido nella fase di contrazione delle quotazioni. All'opposto, nella fase di espansione i rendimenti buy risultano maggiormente volatili, caratteristica anch'essa implicita in un mercato con forti connotazioni rialziste.

Un'altra ipotesi verificabile è se la volatilità dei rendimenti buy (sell) siano maggiormente volatili nella fase espansiva rispetto a quella di congestione


La Tab. 2 evidenzia che la volatilità dei rendimenti buy risulta, al livello di significatività del 5%, statisticamente superiore nella fase rialzista rispetto a quella di congestione, mentre non è superiore per i rendimenti sell.

Infine, una verifica interessante riguarda l'ipotesi che le volatilità dei rendimenti buy (sell) siano uguali per le diverse tecniche adottate e i risultati ottenuti nell'applicazione portano a concludere a favore di tale ipotesi.

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