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Stefano Calamita

Perchè tagliare le perdite e lasciar correre i profitti

Facciamo delle considerazioni elementari e statistiche su questo argomento.
Supponiamo che un investitore conosca poco un determinato mercato azionario che si trovi in fase sideway (quindi no-trend sarebbe troppo facile) e scelga dei titoli a caso (forzatura che serve per introdurre il ragionamento): il nostro amico avrà dunque il 50% di probabilità di sbagliare investimento e il 50% di probabilità di "indovinarlo".

Supponiamo che il nostro amico si sia dato anche le seguenti regole: liquidare l'investimento quando questo raggiunge un utile del 10% e tagliare le perdite quando queste raggiungono il 5% (entrambe le ipotesi potrebbero essere realistiche) A questo punto la statistica è dalla parte del nostro amico, infatti egli avrà la certezza matematica di perdere il5% sul 50% delle operazioni e di guadagnare il 10% sul restante 50% delle operazioni. Ne scaturisce una performance del 2,5% poco incoraggiante se valutata in senso assoluto, ma significativa se valutata in senso relativo, cioè ricordando che il nostro amico sapeva poco in operatività e sul mercato specifico.
Dopo questo breve esempio condotto ragionando per assurdo, proviamo ora a rimuovere alcune delle assunzioni iniziali.

Il nostro investitore conosce il mercato borsistico, si serve dell'analisi tecnica per determinare il corretto "timing" degli investimenti, segue tutte le regole del buon gestore che vedremo in seguito. In particolare, l'investimento non sarà più liquidato dopo aver raggiunto una performance del 10%, ma i profitti verranno lasciati correre; l'unica variabile che rimane immutata è lo stop -loss, cioè la perdita massima che si è disposti a subire in caso di operazione sbagliata, il livello al quale le perdite verranno tempestivamente tagliate.
Il risultato di questa nuova tecnica gestionale è evidente. Le operazioni sbagliate non saranno molto meno del 50%, ma ciascuna non comporterà mai una perdita superiore al 5%, le operazioni giuste non saranno molto di più del 50% e ciascuna frutterà un utile superiore al 10%. Inutile dire che la performance complessiva sarà decisamente superiore a quella del caso visto in precedenza. Se ora andiamo a vedere che cosa fa la maggior parte degli operatori, rimarremo quantomeno sbalorditi. Ciò che stupisce non è tanto che la nostra regola venga applicata, quanto che quasi tutti facciano esattamente il contrario.

La maggior parte degli investitori aspetta a liquidare le perdite nella speranza di un recupero che regolarmente non arriva o arriva troppo tardi, mentre si affretta a liquidare gli utili nel timore di perdere l'occasione e vederli sfumare, anche a costo di mangiarsi poi le mani quando si è costretti a veder crescere ancora un titolo che non si ha più in portafoglio. A pensarci bene, tuttavia, è comprensibile un comportamento di questo tipo, soprattutto da parte di chi si è avvicinato da non molto al mercato. La Borsa dà effettivamente a livello inconscio, subliminale, profondo, l'impressione di essere totalmente imprevedibile, ragion per cui si è portati a temere in caso di utile o a sperare in caso di perdita in un repentino cambio di tendenza. Tuttavia una delle prime cose che l'AT insegna è proprio come siano molto maggiori le probabilità che una tendenza continui rispetto a quelle che si inverta.

Dunque l'importante è non intestardirsi sulle proprie posizioni: se il mercato si gira contro di noi, non bisogna fare l'errore di mantenere la posizione soltanto perché si e' fiduciosi.
Non voler ammettere di aver commesso un errore di valutazione lasciar correre le perdite può portare a risultati gestionali catastrofici. In casi simili bisogna tenere costantemente sott'occhio il valore del nostro portafoglio, valore che progressivamente si assottiglia e non pensare ai potenziali guadagni: quello che conta e' la realta' non i sogni. E' consigliabile stabilire in anticipo il prezzo di stop - loss e scriverlo da qualche parte.
Al contrario sarebbe meglio dimenticare il prezzo di acquisto, il cui ricordo può causare soltanto tormenti psicologici e conseguente mancanza di lucidità in fase decisionale.

A riguardo delle modalità di calcolo dello stop -loss bisogna dire che è meglio non applicare una regola fissa, io ho fatto tesoro di quanto detto da uno dei trader mondiali più famosi Bruce Kovner che alla domanda sul come riconosca una breve correzione (pullback) da un principio di inversione duratura rispose: "tutte le volte che apro una posizione ,predetermino un livello di stop - loss. Questo e' l'unico sistema per poter dormire la notte. In questo modo so quando chiuderò la posizione prima ancora di aprirla.Contrariamente al solito,non pongo però degli stop - loss sulla base di calcoli percentuali (per esempio 4% dal prezzo di acquisto),in quanto potrebbero essere livelli facilmente raggiunti nella normale fluttuazione del titolo.Preferisco studiare graficamente livelli difficilmente raggiungibili, e fissare lo stop - loss sugli stessi

Vorrei terminare con una considerazione di Martin J. Pring che sicuramente è uno che di borsa se ne intende:
"for the most part, exsogenous factor have an unhealty effect on our umotions, distracting us from clear and indipendent thinking.As such,they represent a major obstacle to achieving our investment goals. It is difficult for people operating in a highly tecnological society to insulate them selves from all these destructive tendencies the obvious solution wouldbe move to an isolated part of the word,turn off all comunications,and never read a news paper, in this way, we would never have our vievs distrorted by events and outside opinions"


Dr. Stefano Calamita

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