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Renato Paludetto

La logica di posizione

Come avete visto nella prima puntata la vostra razionalità nell’operare in Borsa può essere minata dall’influenza esercitata dalla situazione vissuta in quel momento, come investitore che sta guadagnando o sta perdendo.

Per avere la conferma di quanto sto dicendo basta considerare lo stato d’animo di chi sta per iniziare un’operazione "nuova di zecca"! In questo caso il soggetto non si trova alle spalle una posizione pregressa di guadagno o di perdita, ma il nulla più assoluto. La sua scelta di comperare quelle determinate azioni, in quel particolare momento, deriva esclusivamente da considerazioni di convenienza, legate al buon prezzo, oppure alla solidità della società, oppure a prospettive di sviluppo, o all’incremento degli utili, oppure ad una buona configurazione dal punto di vista dell’analisi tecnica. Tutto, tranne che la propria posizione, proprio perché non ha un "passato" su quel titolo.

Tuttavia può accadere che quell’investitore, anche iniziando un’operazione ex-novo su un determinato titolo, abbia un "passato" positivo o negativo su un altro titolo, vale a dire una posizione condizionante derivante da altre precedenti operazioni. Ebbene, anche in quel caso vale il discorso della logica di posizione! Si tratta di una logica di posizione traslata su un’altra operazione, con i medesimi effetti visti la volta scorsa. La vedremo meglio in una delle prossime puntate.

UNA BREVE SINTESI ALGEBRICA

Volendo definire in sintesi questi fattori potremmo dire che, chi opera sulla base di considerazioni fondamentali, agisce sulla spinta del fattore "F", chi opera sulla base di considerazioni tecniche agisce sulla spinta del fattore "T", mentre potremmo chiamare fattore "P" l’influenza esercitata dalla logica di posizione.

Per operatività basata sui fondamentali si intende la metodologia che prende in considerazione i dati di bilancio societari, gli utili, le prospettive di sviluppo, la solidità patrimoniale, ecc.; per operatività tecnica si intende quella messa in atto con l’utilizzo dell’analisi tecnica, mediante lo studio grafico del titolo (avremo modo di ritornare su questi argomenti).

Chi inizia un’operazione, senza un "passato" alle spalle, opera sulla base del fattore F o T, oppure F+T.

Chi esce da un’operazione o modifica l’operazione in corso, agisce sulla base del fattore P+F, oppure P+T, oppure P+F+T.

Come vedete, mentre all’entrata la logica di posizione può non esserci, è inevitabile che essa eserciti una certa influenza alla chiusura dell’operazione, perché inevitabilmente avremo una "posizione" di guadagno o perdita. Ci avevate mai pensato?

E in caso di pareggio?

La logica di posizione funziona anche quando ci si trova in pareggio dopo essere stati in posizione di guadagno (A) o di perdita (B). Il fatto di ritrovarsi esattamente al punto di partenza non è identico alla situazione di partenza. Il pareggio economico non corrisponde ad un "pareggio emotivo".

A) Chi proviene da un rialzo proverà inevitabilmente un senso di delusione per i profitti sfumati.

B) Chi proviene da un ribasso proverà un senso di sollievo, derivante dallo scampato pericolo.

Come potrebbe influire questa disposizione psicologica sulle reazioni successive?

Nel caso A) l’investitore potrebbe decidere di tenere le azioni per dare loro un’altra chance, riproponendosi di venderle se tornano al livello raggiunto la prima volta.

Nel caso B) l’investitore probabilmente venderà le azioni per riportare a casa i suoi soldi intatti, e reimpostare una nuova operazione.

Variabile fondamentale in entrambi i casi è la velocità dei movimenti precedenti, sia nel movimento verso il rialzo o il ribasso iniziali, sia nel movimento verso il pareggio.

Il movimento più veloce è quello che imprime all’investitore "l’imprinting direzionale".

Mi spiego meglio:

a. se il titolo era salito velocemente e poi era tornato in pareggio lentamente, spingerà l’operatore a mantenere in piedi l’operazione

b. se il titolo era salito lentamente per poi tornare in pareggio con forte velocità, spingerà l’operatore a chiudere l’operazione

c. se il titolo era sceso velocemente e poi era tornato in pareggio lentamente, spingerà l’operatore a chiudere l’operazione

d. se il titolo era sceso lentamente e poi era tornato in pareggio con forte velocità, spingerà l’operatore a mantenere in piedi l’operazione

Primo movimento

Secondo movimento

Predisposizione Psicologica dell’Investitore

PAREGGIO DOPO SITUAZIONE DI GUADAGNO

Al rialzo veloce

Al ribasso lento

Tendenza a mantenere

Al rialzo lento

Al ribasso veloce

Tendenza a chiudere

PAREGGIO DOPO SITUAZIONE DI PERDITA

Al ribasso veloce

Al rialzo lento

Tendenza a chiudere

Al ribasso lento

Al rialzo veloce

Tendenza a mantenere

Facile vero? State attenti ai movimenti veloci (ampi rialzi o ribassi), perché sono capaci di lasciare un segno nel vostro modo di proseguire l’operazione.

Quando comprate o vendete dovete essere consci di quanto, nelle vostre operazioni, c'è di azione e quanto di reazione.

* * * * *

Ora, prima di salutarvi, vi invito a rispondere alle seguenti domande riguardanti la vostra esperienza personale. Scoprirete il senso di questa mini indagine nella prossima puntata.

TEST 1

In passato Vi è mai capitato di avere venduto in pareggio dopo essere stati in perdita per un certo periodo di tempo?

  • SI

  • NO

Se avete risposto SI cercate di ricordare se il periodo in perdita è stato

  • BREVE

  • MEDIO

  • LUNGO

TEST 2

Vi è mai capitato in qualche operazione di veder sfumare i guadagni e di ritornare alla situazione di partenza?

  • SI

  • NO

Se avete risposto SI provate a ricordare se il periodo nel quale stavate guadagnando è stato:

  • BREVE

  • MEDIO

  • LUNGO


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