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Guida ai Covered Warrant

Per acquistare opzioni, non ci sono solo i covered warrant

I covered warrant non sono i soli strumenti disponibili per acquisire il diritto
di compravendere a scadenza un certo bene. Ben più diffusi, ormai da
decenni, sono i contratti di opzione con i quali una parte, dietro
versamento di un premio, acquista la facoltà di vendere o di acquistare in
un momento futuro una determinata attività a condizioni prestabilite.
Come si vede, i contratti di opzione presentano caratteristiche finanziarie
del tutto assimilabili a quelle dei covered warrant. Si può dire, anzi, che da
un punto di vista economico finanziario la posizione di chi acquista un
covered warrant è equivalente a quella della parte che, nel contratto di
opzione, acquista la facoltà di acquistare o vendere un certo bene.
A ben vedere, infatti, i covered warrant sono nati per confezionare il
meccanismo dei contratti di opzione in una "scatola" più adatta al piccolo
risparmiatore. Se da un lato il contenuto finanziario è lo stesso, esistono
però delle differenze, per così dire, "strutturali": la presenza di un certificato
scambiabile tra i risparmiatori (la scatola) e, soprattutto, un soggetto
emittente il certificato.


I contratti di opzione, invece, non sono rappresentati da certificati e
consistono, semplicemente, in un impegno concluso fra acquirente e
venditore. Questi contratti, però, sono resi tra loro fungibili attraverso
l'interposizione di una clearing house (o cassa di compensazione e
garanzia) la quale svolge la funzione di controparte centrale.
Svolgere la funzione di controparte centrale significa che, sebbene i
contratti intervengano formalmente fra due qualsiasi parti, è la clearing
house che garantisce l'adempimento, eliminando cosi il rischio legato alla
solvibilità dei contraenti. Questo rischio, cosiddetto di controparte, è invece
presente per i covered warrant, a cui può aggiungersi anche il rischio che,
alla scadenza, l'emittente non sia in grado di adempiere alla prestazione
incorporata nel warrant. Si può parlare, in quest'ultimo caso, di rischio
emittente.


La garanzia viene prestata anche attraverso un sistema di "marginazione",
basato su procedure di valorizzazione quotidiana delle perdite e dei profitti
originati dalle posizioni contrattuali aperte presso la clearing house (c.d.
marking-to-the-market). Chi opera in opzioni deve versare alla clearing
house dei margini a garanzia degli obblighi assunti. I margini sono
rapportati all'esposizione della posizione dell'operatore e sono
quotidianamente adeguati al variare dell'esposizione stessa.


L'obbligo di versare i margini esiste solo per chi, nel contratto, assume
l'obbligo di adempiere e non per chi acquista la facoltà di comprare o
vendere (posizione, quest'ultima, assimilabile a quella del portatore di un
covered warrant, rispettivamente, call e put). La ragione è intuitiva: solo il
primo rischia di essere chiamato ad adempiere in misura non determinabile
a priori; il secondo rischia solamente di perdere il premio che, in ogni caso,ha già pagato al momento della conclusione del contratto.
In Italia, la clearing house per il mercato delle opzioni è la Cassa di
Compensazione e Garanzia S.p.a..


Vi sono poi altre differenze. I covered warrant hanno, di norma, scadenze
più lunghe, generalmente oltre l'anno, mentre la scadenza delle opzioni è
solitamente inferiore all'anno.


Inoltre, acquistare opzioni comporta un investimento minimo che, seppure
non esorbitante, è superiore a quello dei covered warrant che si pongono,
quindi, come strumenti principalmente volti a piccoli-medi risparmiatori. Si
tenga anche presente che le commissioni richieste dall'intermediario per
operare in opzioni potrebbero superare significativamente quelle dei
covered warrant.


In Italia, le opzioni più simili ai covered warrant sono quelle negoziate sul
Mercato Italiano dei Derivati (IDEM), gestito dalla Borsa Italiana, dove
sono scambiati contratti sull'indice MIB30 (c.d. MIBO30) e sui principali titoli
azionari.


Anche sul mercato IDEM, come su quello dei covered warrant (MCW), la
liquidità dei contratti è favorita dalla presenza di market maker. Sul mercato
IDEM, però, vi sono generalmente più market maker. E' questo un
elemento di competitività che differenzia l'IDEM rispetto al MCW, dove vi è
un solo market maker che, per di più, coincide generalmente con l'emittente
i covered warrant.


Infine, per le opzioni IDEM non è prevista la possibilità di liquidazione per
differenziale monetario (ad eccezione delle opzioni sul MIB30). Se si tiene
l'opzione fino alla scadenza, quindi, occorrerà consegnare o ricevere
materialmente i titoli.


L'investimento in opzioni IDEM può quindi rappresentare, tenendo però
sempre presenti le differenze sopra illustrate, una alternativa all'acquisto di
covered warrant con durata medio-breve (si rammenti però la rischiosità di
opzioni e warrant prossimi alla scadenza, per via dell'elevatezza dei valori
del Theta).


Ancora una volta, però, spetta al singolo risparmiatore valutare la
convenienza fra più investimenti. La Consob, con questa iniziativa, può
solo dare un aiuto fornendo elementi di conoscenza utili per una scelta
consapevole. E fra questi elementi vi sono quelli che si ottengono tramite il
calcolatore presentato nel capitolo che precede. Il meccanismo è infatti lo
stesso: si inseriscono i dati richiesti con riferimento (questa volta)
all'opzione IDEM e se ne ottiene la volatilità implicita, con la quale
confrontare prodotti che per le loro caratteristiche si pongono come
alternativi.

Commissione Nazionale Per Le Società e La Borsa

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