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Sviluppi dell'Intelligenza Artificiale

La Vita Artificiale [59]

Negli ultimi anni, oltre ai tentativi di riprodurre l'intelligenza e la mente tramite i calcolatori, alcuni ricercatori si sono dedicati ad una particolare disciplina, la Vita Artificiale (A. L., Artificial Life), che si può considerare la naturale estensione dell'intelligenza artificiale. La Vita Artificiale, infatti, si pone come obiettivo la simulazione del comportamento di ecosistemi ed organismi reali tramite computer e, come l'IA cerca di capire i processi

che sottostanno al funzionamento del cervello e della mente per riprodurne alcuni aspetti, allo stesso modo l'AL cerca delle risposte sulla vita degli organismi e sui principi evolutivi che hanno condotto alla formazione di esseri sempre più complessi servendosi di simulazioni create al computer. Inoltre, la Vita Artificiale rivolge il proprio interesse allo sviluppo dei sistemi intelligenti, in quanto l'intelligenza è una caratteristica di alcune specie (in particolare quella umana) che si sono evolute a partire da organismi elementari: in questo senso, l'AL è concepita come un 'completamento' ed un approfondimento degli studi dell'IA. L'AL è nata ufficialmente nel 1987 in una conferenza svoltasi all'Oppenheimer Study Center di Los Alamos (New Mexico), in occasione della quale il biologo C. Langton aveva riunito circa 160 studiosi appartenenti a diversi settori.

In pochi anni si sono raggiunti dei risultati interessanti, anche se allo stato attuale si è ancora fermi per lo più all'analisi di processi biologici elementari, come quelli propri dei virus o degli organismi monocellulari, o alla simulazione del comportamento di esseri che occupano un posto molto in basso nella scala evolutiva, come, ad esempio, gli insetti. Generalmente, le creature studiate da AL sono assimilabili a simulazioni software che vivono in ambienti digitali, ma ci sono anche alcune applicazioni a piccoli robot, che sanno muoversi in ambienti reali, anche se semplici [60].

Prima di descrivere due tra le più famose applicazioni di vita artificiale, ricordiamo che anche l'AL, come l'IA, è divisa in due posizioni: l'AL forte, la quale sostiene che le forme di vita artificiale e i loro modelli in natura sarebbero 'vivi' allo stesso modo; e l'AL debole, che asserisce solo la possibilità di comprendere meglio, tramite le simulazioni su computer, i misteri della vita, senza per questo pretendere che gli esseri artificiali possano definirsi viventi nel senso stretto del termine.


[59] Il riferimento è a D. Parisi, Mente. I nuovi modelli della Vita Artificiale, cit., e a S. Silvi Antonini, Vita artificiale. Dal Golem agli automi cellulari, Apogeo, Milano 1995.

[60] Un esempio è ancora il Perceptron di Rosenblatt, un robot tartaruga in grado di spostarsi evitando gli ostacoli (vedi paragrafo precedente).

Pubblicazione del prof. Matteo Fini e della prof. Paola Milani

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