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Report finanziario "CLASSIC" 05 Luglio 2005

SCENARI ESTIVI

I mercati si avviano verso i mesi più caldi dell'anno, tradizionalmente dedicati alle vacanze, senza aver risolto alcuno dei dilemmi che da settimane ci stanno presentando.

Riassumiamo la situazione e tentiamo perciò qualche ipotesi per definire i più probabili scenari che potrebbero accompagnare l'estate dei mercati finanziari.

La divergenza interpretativa esistente tra mercati azionari e obbligazionari al momento non è risolta. Infatti sia le borse azionarie che quelle obbligazionarie navigano assai vicino ai massimi di periodo, scontando scenari del tutto alternativi. Per i mercati azionari i prossimi mesi sembrano forieri di buone notizie dal punto di vista economico. Essi sembrano accreditare la visione di Greenspan, che ha ripetuto più volte che l'economia americana sta crescendo in modo solido e sostanzialmente sostenibile, al punto che sta proseguendo la politica di "normalizzazione dei tassi" verso quel livello, che corrisponde all'incirca al 4%, ritenuto fisiologico per un'economia in salute. In tale scenario, è possibile un certo rallentamento del ritmo di crescita nel secondo semestre, ma non di portata tale da scompaginare le carte molto buone dell'economia USA e da fermare la crescita dei profitti societari a livelli inferiori alle due cifre.

Dal punto di vista puramente grafico, la situazione sugli indici azionari americani è abbastanza promettente.

Infatti l'indice SP500 ha già tentato nella seconda metà di giugno un primo attacco, respinto, ai massimi di marzo a 1229. Un secondo attacco appare imminente e potrebbe questa volta avere successo, proiettando l'indice al tanto atteso obiettivo di area 1250-1280, che certamente rappresenterà un ostacolo molto serio.

Ancora più accattivante è l'ipotesi rialzista del Nasdaq. Questo indice sta disegnando una figura di continuazione rialzista del movimento di medio periodo (testa e spalle rovesciato) che, se completata oltre 2110, proporrebbe l'ambizioso punto di arrivo a 2300 punti circa.

Di tutt'altro avviso appaiono i mercati dei bonds, che sul medio-lungo termine hanno appiattito quasi completamente la curva dei rendimenti e scontano tassi inferiori al 4% in USA ed addirittura vicini al 3% in Europa. L'interpretazione che offrono questi mercati dell'economia USA è invece quasi recessiva e prevede una imminente frenata nell'economia e nella politica rialzista dei tassi a breve. Il rialzo delle quotazioni in corso, graficamente, potrebbe ancora proporre uno spunto rialzista consistente a conclusione del movimento.

Pertanto, se nel breve periodo è possibile che entrambi i mercati proseguano al rialzo senza particolari emozioni, in agosto arriveranno le prime stime del PIL americano del 2° trimestre e credo che allora la partita si risolverà con una decisa correzione di uno dei due mercati. Se i dati saranno decenti dovrebbe essere l'obbligazionario ad arretrare in modo consistente, mentre se avremo un clamoroso stop alla crescita dovrebbero essere le azioni ad innestare la retromarcia provocata dalla presa di coscienza delle spinte recessive.

Un altro mercato molto vicino ai massimi di periodo è il petrolio, mentre l'euro sta perdendo vistosamente terreno un po' contro tutte le altre monete, ma soprattutto sul dollaro.

Nei giorni scorsi la miscela di petrolio in rialzo e dollaro pure ha provocato una memorabile fiammata nei titoli energetici, che approfittano di entrambi i fattori.

Il petrolio è in chiaro trendi rialzista di lungo periodo ed una proiezione del movimento in corso, dopo il primo obiettivo raggiunto e superato di 58 dollari, ci porta ad ipotizzare un successivo obiettivo in area 65 dollari.

L'euro-dollaro prosegue invece nella sua fase di debolezza, appesantito dalle incertezze politiche che provengono dai paesi di eurolandia che fanno passare in second'ordine i gravi squilibri finanziari americani, tuttora ben presenti ma decisamente accantonati dai mercati.

Graficamente la rottura di area 1,20 ha spinto la moneta unica verso la forte fascia di sostegno rappresentata da quota 1,18-1,19. Ritengo abbastanza probabile una tenuta di questi livelli, da cui dovrebbe scaturire una reazione anche abbastanza ampia verso l'area 1,24-1,25. Poi si vedrà.

Come si può notare, le premesse sembrano essere favorevoli ad una estate abbastanza movimentata.

Per questo appare conveniente partire per le vacanze solo dopo aver alleggerito un po' le posizioni ed aumentato il grado di prudenza.

FOCUS MACROECONOMICO

Nei giorni scorsi sono stati comunicati dati macroeconomici americani abbastanza rassicuranti. Infatti non sono pervenute sorprese negative, anzi più di un dato, come la fiducia dei consumatori e l'ISM manifatturiero, sembrano aver almeno momentaneamente arrestato la discesa dei mesi scorsi e ricominciato a salire.

La stima definitiva del PIL del primo trimestre ha poi addirittura rivisto al rialzo i precedenti valori, fissando il dato a +3,8%, che non può certo essere considerato insoddisfacente. Intanto Greenspan ha mantenuto le promesse di graduale inasprimento monetario, attuando la nona mossa rialzista sui tassi a breve termine, portati così al 3,25%.

Il mercato obbligazionario ha risentito dei buoni dati fermando la sua corsa e prendendosi una pausa di riflessione sull'affidabilità della previsione che finora sembrava offrire circa un futuro recessivo per l'economia americana.

Anche dal fronte del petrolio, dopo il superamento della barriera di 60 dollari, sono venute consistenti prese di beneficio che l'hanno riportato decisamente al di sotto.

Il mercato azionario, almeno quello americano, non ha saputo approfittare delle notizie favorevoli, mostrand una certa indecisione dopo le prese di beneficio della settimana precedente.

La prima metà di luglio presenta nel corso della prima settimana l'indice ISM servizi (mercoledì 6) ed i dati sul mercato del lavoro (venerdì 8), questi ultimi importanti per misurare la capacità dell'economia americana di sostenersi creando nuove fonti di reddito. Nella seconda settimana avremo l'importante dato sulla bilancia commerciale (mercoledì 13) e quello sull'inflazione il giorno seguente, molto importanti anche perchè avranno impatto sulla forza del dollaro. Da segnalare anche i dati su produzione e capacità produttiva di venerdì 15.

Pierluigi Gerbino

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