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Report finanziario "CLASSIC" 04 Ottobre 2004

UN' ALTRA DOSE, PRESTO!

Quando una settimana di contrattazioni si trascina stancamente fino al venerdì e l'ultimo giorno avviene uno strappo rialzista di dimensioni che non si vedevano da settimane, qualcosa di grosso deve essere successo.

Ebbene, non è questo il caso. Il rally di venerdì scorso non trova spiegazione in nessuno dei dati economici usciti quel giorno. Questi sono stati addirittura piuttosto brutti, segnalando ancora una volta un rallentamento della crescita USA. Sarà stato allora il calo del prezzo del petrolio a dar sicurezza ai mercati azionari? Neanche per sogno, perché il petrolio venerdì ha nuovamente superato i 50 dollari al barile.

Risparmiamo anche la fatica di cercare nell'esito del primo duello televisivo dei due candidati alla Presidenza USA il motivo dell'euforia dei mercati, poiché i giornali parlano tutti di una vittoria nel confronto in tv dello sfidante John Kerry, il che prolunga l'incertezza sull'esito elettorale.

Un'altra possibile spiegazione potrebbe da qualcuno essere cercata nel fatto che in settimana sia il Fondo Monetario Internazionale che il comunicato del G7 hanno confermato la presenza di un periodo di forte espansione dell'economia mondiale. Il FMI ha addirittura parlato di livelli di crescita tra i più alti degli ultimi trent'anni. Però credo che anche a queste ultime previsioni i mercati non diano in realtà gran peso, dal momento che

I governanti del G7 debbono essere istituzionalmente ottimisti, mentre il FMI brilla per essere costantemente in ritardo di alcuni mesi nelle sue previsioni, rispetto agli istituti privati di ricerca che già c'azzeccano poco.

Non resta che attribuire lo sprint dei mercati agli effetti dell'ultima sparata elettorale di Bush.

Questi, non ancora consapevole di aver somministrato all'economia americana dosi massicce di doping negli ultimi anni, ed incurante, fno a quando arriveranno i finanziamenti asiatici, delle dimensioni enormi raggiunte dal deficit del bilancio federale, ha pensato bene di catturare i voti che gli mancano per raggiungere la sicurezza della rielezione promettendo un'ulteriore dose di tagli fiscali da elargire ai contribuenti americani.

Costoro potranno così allegramente proseguire l'espansione dei consumi ed in questo modo sostenere ancora il ciclo economico, a meno che Greenspan non metta il sale sulla coda dei consumatori alzando troppo i tassi. Ma questo per un po' non sembra un evento molto probabile.

Ecco allora che i mercati azionari hanno messo a segno uno spunto che potrebbe dare inizio ad un tentativo di rally, pilotati a ciò da massicci spostamenti di denaro dall'obligazionario all'azionario da parte dei gestori dei fondi d'investimento, che iniziano il loro ultimo trimestre ed hanno tutto l'interesse a generare un movimento rialzista in grado di salvare la loro performance del 2004.

Non sarà facile superare i massimi annuali (1163 per SP500, 2153 per il Nasdaq), anche perché per arrivarci bisognerà scavalcare una fitta selva di livelli di resistenza intermedi. Ma tutto lascia pensare che i mercati abbiano voglia di provarci in questo mese di ottobre, in cui Bush giocherà forse ancora altre carte favorevoli al rialzo (per un effimero breve periodo, non certo per il lungo termine).

Assai migliore pare essere l'impostazione del nostro mercato. Il Mibtel è a un soffio dai massimi annuali (anzi oggi li ha superati) e pare pronto ad un balzo rialzista che potrebbe portarlo anche ad obiettivi molto più alti degli attuali. Nel medio periodo si potrebbero vedere livelli superiori a 23.000 punti.

A meno che qualche evento imprevisto imponga ai mercati di fare il test antidoping.

FOCUS MACROECONOMICO

Il quadro macroeconomico continua a presentarsi a tinte, se non fosche, certamente non sgargianti. In settimana la revisione al rialzo del PIL USA del 2° trimestre di ben mezzo punto è stata l'unico dato abbastanza positivo. La crescita economica americana è infatti passata dallo stimato 2,8% al definitivo 3,3%: una differenza di non poco conto che pone molti dubbi sull'affidabilità delle statistiche americane quando riportano dati provvisori e rende perplessi a notare le borse che normalmente fibrillano a seguire l'altalena dei dati provvisori.

La revisione è stata comunque giustificata da fattori più tecnici che convincenti (aumento di scorte e maggior contributo di edilizia e commercio estero).

Gli altri dati sono stati quasi tutti ancora in calo. Alcuni meno delle attese maggiormente pessimistiche degli esperti, ma comunque in calo, come capita da parecchie settimane. Non siamo certo alla recessione, ma ipotizzare, come ha fatto il Fondo Monetario in questi giorni, che la crescita americana sembra aver ripreso vigore pare un esercizio di eccessivo ottimismo. Saranno stati tutti contagiati dall'euforia di Greenspan.

Il greggio, dopo aver accennato a calmarsi all'inizio della settimana, sul finire della seduta di venerdì è tornato al di sopra dei 50 dollari, mostrando una certa resistenza a scendere, a dispetto di tutte le minimizzazioni delle autorità monetarie. In attesa degli esiti della riunione del G7 anche il dollaro sembra voler riprendere la via della svalutazione, portandosi nuovamente al di sopra di quota 1,24, anche se il movimento necessita ancora di conferme.

Stupiscono al rialzo le borse azionarie con un rally d'altri tempi l'ultimo giorno della settimana.

Il futuro prossimo ci riserva il dato mensile sul mercato del lavoro. La creazione di occupati che gli Uffici Federali americani comunicheranno venerdì è un dato ultimamente sempre molto atteso, poiché la misura della qualità della ripresa economica, che se non produce occupazione rischia di rivelarsi effimera. Sta avendo in questo periodo anche notevole valenza politica, poiché le ultime battute della campagna elettorale americana si giocheranno sempre più sulla capacità di questa amministrazione di ridurre il gap negativo di occupazione che si è creato in questi 4 anni. Mancano ancora circa 900.000 posti di lavoro per recuperare il livello di occupati che Clinton aveva lasciato a Bush. Ovviamente non possiamo pensare che tra settembre ed ottobre il recupero possa realizzarsi appieno, ma penso che buona parte degli elettori indecisi saranno indirizzati dalla consistenza di nuovi occupati che in questi due mesi verrà rilevata.

Pierluigi Gerbino

Successivo: 11 Ottobre 2004

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