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Analisi delle strategie di investimento attraverso il "sentiment" dei mercati finanziari

11 Settembre 2001

A volte i crolli delle quotazioni sono scollegati da un'euforia precedente o da una forte crescita delle quotazioni, ma possono avvenire per panico emotivo. Emblematico, a causa della sua imprevedibilità, è stato l'attacco terroristico compiuto negli Stati Uniti l'11\09\2001. E' stato un evento drammatico per tutta l'umanità, tanto immane da modificare radicalmente il comportamento e il rapporto tra gli esseri umani. Questo evento catastrofico non poteva risparmiare l'economia e con essa le borse di tutto il mondo, che hanno reagito con vistosi e incontrollati movimenti delle quotazioni, causati dal panico degli investitori. Il mercato azionario in quel periodo non godeva di uno stato di grande forza: la tragedia del 11 Settembre 2001 fu il colpo finale assestato ad un mercato azionario già debole e provocò, considerata l'imprevedibilità dell'evento, il classico "Panic Selling". Nel mese di settembre del 2001 i riscatti sui fondi azionari, da parte dei risparmiatori di tutto il mondo, raggiunsero record storici. Fu la classica reazione emotiva e causata da un evento tragico, simile ad una guerra, ma molto più improvviso e violento in questo caso. La borsa di Wall Street era ancora chiusa quando avvennero gli attacchi, e rimase chiusa per i 2 giorni successivi. Quella italiana rimase aperta, e la reazione degli investitori non si fece attendere: dopo una prima fase di sgomento, gli investitori di Piazza Affari reagiscono con modeste vendite, non rendendosi ancora conto che non si trattava di un semplice incidente, ma dopo poche ore seguì una fase in cui le vendite si intensificarono, cessioni sempre più consistenti a prezzi calanti. Le quotazioni scendono notevolmente e subentra il panico collettivo, l'indice crolla in poche ore: in un solo giorno il Mibtel perde il 7,42% e il Mib30 il 7,79% (era dal 1994 che non si registrava un panico simile). Si scatenò il panico generale, così titolavano i maggiori quotidiani nazionali il giorno seguente:

Eventi come il crollo della borsa a seguito degli attentati terroristici dell'11 settembre sono totalmente imprevedibili, l'attacco mostrò come il movimento da panico riguardi in modo particolare, i titoli che erano in relazione agli eventi: nel caso in questione, si parla di un attacco aereo, quindi i titoli interessati riguardarono compagnie di trasporto aereo, gli assicurativi e le agenzie internazionali di turismo. Dopo l'attacco il mondo occidentale si sentiva duramente colpito, si creò una grande frenesia in borsa, la batosta fu grande, ci si dimostrò vulnerabili; così gli investitori credevano che l'economia mondiale sarebbe entrata in crisi, le materie prime sarebbero aumentate, si investì più nell'oro, ma comunque bisognava sbarazzarsi dei titoli temuti a rischio. Molte vendite furono così dettate dal panico ed ebbero natura emotiva. Tuttavia finita la pressione ribassista le quotazioni trovarono un punto di equilibrio e formarono un movimento laterale a cui fece seguito una crescita:

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L'11 settembre rappresentò così un crollo dovuto ad un avvenimento drammatico e improvviso, al quale fa seguito il panico generale e l'emotività. Tuttavia non si può parlare di crisi dato che la ripresa fu immediata. Tutti i casi citati fino ad ora dimostrano che a volte gli andamenti dei titoli sono dominati da emozioni irrazionali, quali la speranza l'avidità e la paura. Il mercato rimane del tutto imprevedibile: anche periodi di crescita economica molto forte, o di grande sicurezza, possono rivelarsi fallimentari

Mirko Cavallaro

 

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