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La realtà inventata...non dalla psicologia ma dalla. fisica!

La Mente Universale

Che «aspetto» potrebbe avere una Mente Universale? Di questa Mente, Margenau afferma: "La sua conoscenza comprende non solo l'intero presente ma anche tutti gli eventi passati. Più o meno come il nostro pensiero può esplorare l'intero spazio e giungere a conoscerlo, così la Mente Universale può viaggiare avanti e indietro attraverso il tempo a volontà".

Se le nostre menti fanno parte di questa Mente Universale, anche loro, come essa, sono non localizzate nel tempo e nello spazio. Ma, se le cose stanno così, perché ci sentiamo così localizzati? Perché avvertiamo un senso così schiacciante del presente e un così pesante senso di limitazione a questo spazio immediato?

Perché ci sentiamo cosi individuali, imprigionati nei nostri corpi? Perché dovremmo essere cosi tormentati, come lo siamo stati per millenni, dal problema di scoprire se siamo dotati di una qualsiasi libertà di coscienza o se la nostra vita sia predeterminata?

Queste non sono caratteristiche che ci aspetteremmo di trovare in menti che fanno parte di una Mente Universale, non localizzata.

Margenau crede che in noi il senso della nostra universalità sia indebolito dalle limitazioni fisiche del corpo. Eppure queste limitazioni fisiche non sono assolute, e nell'intero corso della storia molte persone sono riuscite a superarle. Tutte le grandi tradizioni spirituali abbondano di prove del fatto che, se vengono seguite certe prescrizioni, la natura universale, non localizzata di una persona emerge.

Ma le limitazioni sono reali. Una delle più angosciose è il nostro modo rigido di percepire il tempo. Margenau usa la metafora di «fessura di tempo» per enfatizzare la nostra capacità di vedere solo una fetta piccolissima dell'intero panorama del tempo. Così come possiamo vedere soltanto una banda ristretta dell'intero spettro elettromagnetico che chiamiamo «luce», analogamente possiamo percepire solo un esiguo frammento del tempo, che chiamiamo «l'adesso».

Questa limitazione nella coscienza della totalità del tempo contribuisce al nostro senso di essere intrappolati e alla deriva nel tempo. di essere limitati a un solo arco di vita e di sentirci disperatamente mortali, destinati alla morte.

Un'altra grave limitazione che c'impedisce di usare le nostre menti in senso universale e non localistico è ciò che Margenau chiama il «muro personale».
Il muro personale «produce il senso prevalente d'isolamento individuale e ci dà un'identità oltre che un ego». Il peggiore dei suoi possibili effetti è quello di creare un senso d'isolamento e di solitudine, che può essere totalmente oppressivo e morboso, perfino mortale. Ma, come abbiamo visto abbondantemente nei capitoli precedenti, né la fessura di tempo né il muro personale sono assoluti. In alcune circostanze, molte delle quali possiamo imparare a controllare, essi possono diventare «più o meno opachi».

Oltre alla fessura di tempo e al muro personale, che inibiscono la nostra identificazione con la Mente Universale, c'è ancora un altro impedimento che influenza in modo cruciale il carattere della nostra condizione umana: il «muro stocastico». La parola «stocastico» deriva dal greco stochos, che designa un «obiettivo», uno «scopo» o una «congettura». Questo termine esprime il fatto che nella condizione umana sono insite casualità e incertezza. E chi può negarlo? Nessuno realmente vive la sua vita come se fosse fissa e determinata, neppure le persone che professano di credere nel determiniamo.

Margenau suggerisce che il motivo per cui le nostre vite ci sembrano essere permeate dall'incertezza è che il mondo al livello invisibile, silenzioso, subatomico è incerto; questa però non è una condizione miserabile: anzi, è vero il contrario. Infatti è proprio l'incertezza del mondo che permette perlomeno la possibilità del libero arbitrio. Oltre all'incertezza però è necessario un altro elemento: la scelta.

Quindi, sostiene Margenau, sono necessari due elementi perché la libertà umana sia una realtà: la scelta e la possibilità di agire. Per Margenau, non esistono limitazioni al più elevato livello della Mente: la Mente Universale non ha fessura di tempo, nessun muro personale; la sua conoscenza non è limitata da probabilità quantistiche ... la Mente Universale non ha bisogno di memoria, poiché tutte le cose e tutti i processi, passato, presente e futuro, sono da essa afferrabili

La metafora di Margenau della fessura di tempo è ricca d'implicazioni per i processi di conoscenza umani, per esempio la facoltà della memoria. Più è larga la fessura, meno limitati siamo nel tempo, più ricordiamo. Se i bordi della fessura di tempo sono netti, la nostra memoria è nettamente definita da determinati punti nel tempo; se invece sono imprecisi, la nostra memoria sarà inesatta in modo corrispondente. Tutti i problemi noti riguardanti la memoria possono essere metaforicamente concepiti come prodotti da variazioni nella nettezza dei bordi della fessura di tempo o da fluttuazioni nella sua ampiezza. Per tutti questi problemi di memoria c'è una cura: il ritorno della mente individuale, con la sua fessura di tempo, alla Mente Universale, che non ha nessuna fessura.

Non solamente il concetto di fessura di tempo ma anche quello di muro personale è responsabile di molte malattie umane. In certi stati di schizofrenia, il muro personale si dissolve in modo drammatico a un punto tale che il paziente non riesce più a distinguere se stesso da altre persone o da altre cose. Inoltre, la fessura di tempo può anche dilatarsi tanto da demolire in una persona il suo senso di passato, presente e futuro. Il muro stocastico può anche crollare e il senso di scelta e libertà può divenire distorto. Un individuo può pensare di avere un controllo totale di tutti gli eventi manifestando questa convinzione con allucinazioni messianiche o credendo di essere letteralmente Dio incarnato.

Oppure il muro stocastico può diventare ipertrofico, reso più spesso e più alto, tanto che la persona si sente completamente paralizzata, incapace di scegliere o agire nei modi anche più semplici. Spesso, però, queste limitazioni possono variare nelle vite di persone del tutto comuni, non solo di schizofrenici. Per esempio, la fessura di tempo può dilatarsi in modo tale da permettere la precognizione o la preveggenza. Oppure il muro personale può abbassarsi tanto da consentire un'esperienza di sana empatia o connessione con altre persone ed esseri viventi.

Così Margenau descrive questo processo: [L'abbassamento del muro personale] accresce la nostra identità con gli altri. Questo abbassamento del muro può avvenire in casi di straordinaria simpatia e amore per gli altri, di empatia spontanea attraverso l'attenzione concentrata, in meditazioni, in sogni, in esperienze personali che... rivelano realtà alternative. Può avvenire nella preghiera, quando un individuo si fonde con la Mente Universale. L'abbassamento del muro personale può permettere la percezione extrasensoriale sotto forma di incontro di informazioni, magari sotto forma di lettura del pensiero .

E' quindi errato enfatizzare soltanto la natura negativa delle fluttuazioni della fessura di tempo e dei muri personale e stocastico, perché molte persone giudicano queste condizioni genuinamente spiritualizzanti e appaganti. Stiamo assistendo ad una consacrazione da parte della fisica a quello che noi già avevamo appreso!

Da millenni si conoscono metodi per provocare intenzionalmente queste fluttuazioni. Le più grandi tradizioni spirituali del mondo forniscono prescrizioni che, se seguite, modificano radicalmente l'ampiezza della fessura di tempo e la rigidità e l'altezza del muro personale.
Esse ci insegnano quindi come realizzare gli aspetti eterni e infiniti del nostro essere: per arrivare a conoscere la mente ctonica, la Mente Universale, il Tao, l'Assoluto, l'Uno.

Ma, se una persona non si trova su uno di questi sentieri spirituali che sono stati ormai controllati e hanno resistito alla prova del tempo, l'improvviso dilatarsi della fessura di tempo o il crollo del muro personale possono essere disastrosi.

Il confronto inatteso con la realtà non localizzata può essere sconvolgente e totalmente devastante. Forse la più tumultuosa espressione di questa esperienza si determina attraverso l'uso di droghe; in questo caso la fessura di tempo può essere squarciata e il muro personale demolito in pochi attimi. A seconda di molti complessi fattori, un soggetto può descrivere questa esperienza come estasi, consapevolezza superiore o puro e semplice terrore; alcuni si sono perfino suicidati per aver preso un contatto improvviso e inatteso con la realtà non localizzata con l'assunzione di droga. Di conseguenza, la decisione di toccare questa parte del proprio sé non dovrebbe essere mai presa a cuor leggero. L'esperienza dovrebbe essere sempre affrontata in uno spirito di rispetto come una ricerca della Verità e mai, mai, come puro svago. Come ha osservato il mitologo Joseph Campbell: «La differenza è che la persona che non si regge a galla annega nell'acqua in cui il mistico nuota. E' necessario essere preparati per questa esperienza».

Margenau raccomanda quindi di portare rispetto alla fessura di tempo e al muro personale, poiché «c'è un senso profondo in cui queste realtà sono benedizioni in un'esistenza umana finita», anche se limitano la nostra consapevolezza, nondimeno ci aiutano a mantenerci intatti finché non siamo pronti a intraprendere la ricerca che è il nostro vero scopo.
Alla fine, comunque, la fessura di tempo deve allargarsi e i muri personale e stocastico devono abbassarsi se vogliamo realizzare la nostra natura universale, non localizzata; non si sottolineeranno mai abbastanza le implicazioni spirituali di un'attenuazione di queste restrizioni.

L'abbattimento totale dei muro personale e l'allargamento all'infinito della fessura di tempo possono permettere a una persona di fondersi con l'Uno. Margenau descrive le sensazioni che tale fusione potrebbe suscitare: "Ciò che... intendo dire è che il sé conscio tornerà alla sua origine presunta, cioè la Mente Universale, e da ciò sembra derivare che, come parte di Dio, il sé conscio ha la facoltà di rivisitare tutti gli aspetti della sua esperienza terrena, e forse anche la possibilità di dimenticarli e di consegnarsi all'oblio (o addirittura all'estinzione). Ma il pensiero cruciale, l'attesa di una riunione con Dio, contiene già una qualche consolazione, e la speranza, anzi, la promessa della morte come esperienza unica".

Stefano Calamita

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