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Italo Fabbri : Il Piano di Chauvenet

Dow Jones e Mib30 a confronto nel Piano di Chauvenet I

In un Paese ipertecnologico dove le nuove generazioni archiviano i divertimenti classici per prodotti come Xbox 360, Playstation 3, Revolution, e rincorrono oggetti informatici come Ipod mp3, nuovi lettori DVD, DVX, connessioni a internet in banda larga Xmax, Wimax, le parole degli analisti finanziari vanno intrecciate con un nuovo stile di vita.
Il cittadino medio americano diventa sempre più virtuale e si lascia trasportare da viaggi e confronti digitali nel cyberspazio.
Accanto ad una America reale, si affaccia specularmente quella altrettanto imponente del Web, il cui impatto è spesso imprevedibile e che dialoga con la prima con meccanismi tuttora sconosciuti, oggetto di indagine nei più grandi centri di ricerca Universitari mondiali.

Anche il modo di interagire con il mondo della finanza è sempre più legato al protocollo IP e le decisioni provenienti dalle sinapsi del nostro cervello, passando attraverso il laptop, viaggiano poi sul filo della connessione per giungere sulle piazze finanziarie più disparate del mondo.
Il Dow Jones index non è cosi lontano dalla nostra piazza finanziaria perché rappresenta un paniere di titoli facilmente trattabili da qualsiasi piattaforma di net-banking.
Wall Street è sinonimo di «core» della città di Manhattan ma anche di mercato virtuale mondiale e vale la pena di fotografarne l'indice più significativo nel Piano di Chauvenet.
In Fig.1 notiamo come, a differenza di molti indici mondiali in forte crescita, il Dow Jones si trovi da più di un anno in uno stretto trading range.

Inoltre è possibile notare leggeri impulsi positivi di volatilità che contribuiscono a un lento allargamento del canale di trend definito dalle BB.
Il grafico di Fig. 2 è stato denominato Piano di Chauvenet per evidenziare il criterio di rigetto dei dati postulato dal grande scienziato, ovvero la zona nella quale una misura diviene improbabile.

In Fig. 2 è possibile notare come l'indice Dow Jones mantenga sempre un livello minimo di volatilità di lungo periodo di 200 punti e si trovi in questo momento su questi valori.
Vale la pena di ricordare che una qualsiasi misura di fisica viene indicata mediante il valore medio ± deviazione standard, allo stesso modo possiamo affermare che la misura dell'indice Dow Jones risultante dal mercato è sempre accompagnata da un'incertezza minima del 2%.

In Fig. 3 possiamo notare come l'indice mib30 spinga verso la zona di «ipercomprato» seguendo il movimento degli indici asiatici.
La condizione di «ipercomprato» nel piano di Chauvenet è individuata dall'avvicinamento all'asintoto positivo, che innesca solitamente una reazione di «rigetto del dato» o piccolo storno, come evidenziato in un precedente articolo per il titolo STMicroelectronics.
Vale la pena di notare che i grafici dei mercati europei sono tendenzialmente divisi tra l'atteggiamento di forte crescita asiatica e la prudenza americana.

In Fig. 4 possiamo notare come la fase, superata l'indecisione di metà gennaio, si conferma positiva agli inizi di febbraio 2006 e questo ci induce a pensare che il mercato non abbia abbandonato l'intenzione di crescere ancora, sul lungo periodo.
Confrontando le Fig 4 e 5 possiamo notare come i due indici in esame condividano la fase positiva da tre mesi circa ovvero da inizi di novembre 2005.

La condizione di «ipercomprato» è anche associata ad un alto raggio di Chauvenet (vedi fig. 6) e. se il mercato italiano continuerà a crescere a questi ritmi, le nuove posizioni rialziste risulteranno presto molto rischiose.

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