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Analisi Frattale dei Mercati Finanziari

Appendice storica I

Persistenza nei prezzi dei grani relativi alla città di Udine dal 1586 al 1830

Si è avuto modo di disporre di una serie storica di prezzi molto particolare: quella dei cereali mercanteggiati nella città di Udine tra il 1586 e il 1830. Dal 4 ottobre 1586 iniziarono le rilevazioni dei prezzi con cadenza bisettimanale dei principali prodotti cerealicoli come frumento, segale, fava, avena, miglio, grano saraceno, sorgo e, dal 1622, mais. Le serie utilizzate sono quelle dei prezzi medi mensili calcolati sulla base degli originali prezzi settimanali.

Nonostante la loro età, sono disponibili tutti i dati con poche interruzioni. Certamente si tratta di serie che non fanno parte propriamente di un mercato finanziario moderno, ma la disponibilità di un tale tipo di dati è una rarità. Si è quindi colta l'occasione per sottoporle alla Rescaled Range Analysis strumento di rilevazione della persistenza di una serie numerica usato in questo lavoro. Una cosa in comune hanno, tuttavia, con le serie storiche attuali: la non normalità delle distribuzioni delle variazioni percentuali (si veda tabella 4) e i relativi istogrammi).

La tabella 1) raccoglie le stime dell'esponente di Hurst relativo ai prezzi degli otto prodotti alimentare ricordati; la tabella 2) le stime in cinque diversi periodi della serie del frumento, la tabella 3) del sorgo. Analizzando i dati della prima tabella, si può costatare come solo il frumento, la segale e in misura minore la fava, abbiano un indice H strettamente maggiore di ½. Per gli altri si rileva una certa antipersistenza. Nel caso del mais l'esponente di Hurst è uguale a quello che si misurerebbe nella serie dei prezzi di un bene descrivibile perfettamente da un modello random walk. In figura 1) è visibile l'andamento dei prezzi del frumento dal 1586 al 1830. Sono chiaramente visibili due periodi in cui i prezzi subiscono delle forti oscillazioni d

a un periodo all'altro più di quanto non avvenga normalmente. Si tratta del biennio 1628-1629 e del 1649, quando si registrarono due delle peggiori carestie, tra le tante, che colpirono la regione tra il XVI e il XVII secolo. La seconda forte perturbazione nei prezzi si verificò dalla fine degli anni ’90 del ’700 in coincidenza con l’invasione francese del 1797 e quella degli austriaci del 1814-15. Per verificare il possibile riflesso dei due momenti storici ricordati sulla misura dell'esponente Hurst, si è applicata l'analisi R/S solo alla porzione di prezzi dal 1651 al 1800 escludendo quindi gli estremi (tabella 2). L'esponente è rimasto praticamente invariato: 0,548 contro 0,546 di tutto il campione. Un'altra analisi è stata fatta dividendo la serie in due parti: dal 1586 al 1707 e dal 1708 al 1830.

Tra i due intervalli, ancora non si rivela una differenza apprezzabile. Più alto, invece, si rivela il valore di H nell'intervallo tra il 1800 e il 1830 quando si verifica il maggior numero di grandi escursioni nei prezzi. Gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato questo periodo possono esserne la causa. Ripetendo l'analisi con gli altri cereali per il periodo 1800-1830, H rimane stabile a 0,588 per la segale.

Si rileva persistenza anche per il mais (H = 0,551) e ancora per la fava (H = 0,556, ma con il campione di prezzi dal 1780 al 1830 perché la serie dei prezzi è più volte interrotta), mentre rimangono leggermente antipersistenti grano saraceno (H = 0,436, dal 1780 al 1830 per lo stesso motivo della fava), miglio (H = 0,466) e avena (H = 0,471). L'analisi nei sei diversi intervalli fatta per il frumento, è stata ripetuta con i prezzi del sorgo. Si è scelto questo cereale, poiché, presentando un H relativo all'intero campione prossimo a ½, si è voluto verificare se in diversi periodi, l'esponente potesse misurare una certa persistenza o riconfermare il dato relativo all'intero campione (tabella 3). Quest'ultima ipotesi sembra non essere confermata solo per gli anni dal 1780 al 1830. Infatti, si rileva una moderata persistenza nella misura di H = 0,594 ancora spiegabile con i generalizzati aumenti dei prezzi dei cereali della fine del '700.

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Giancarlo Fabbro

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