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I sistemi di trading

Premessa

Il problema che deve affrontare un gestore di attività finanziarie è quanto e quando comprare o vendere.

L'approccio che la teoria finanziaria tradizionalmente suggerisce è quello di analizzare attentamente i fattori di tipo "fondamentale" che possono influenzare l'andamento di un certo mercato o di una certo sistema economico. Abbiamo così che per tracciare l'andamento atteso di un'obbligazione occorre studiare i determinanti della curva dei rendimenti, oppure che per sapere se comprare o vendere una valuta occorre in qualche modo modellizzare l'economia del paese.

E così via negli altri casi. Una volta che questa analisi sia effettuata e che possibilmente siano chiarite le relazioni che legano le molteplici variabili economiche, l'analista si crea un'aspettativa sul mercato. Se in quell'economia tutti gli operatori seguissero questo procedimento e tutti giungessero allo stesso risultato e se tale risultato fosse corretto, probabilmente i modelli macroeconomici basati sulle cosiddette "aspettative razionali" avrebbero un'effettiva capacità previsiva. Da tempo tuttavia sappiamo che esiste asimmetria di informazioni, di metodi di analisi, di conclusioni e dunque di aspettative. In questa condizione, il risultato ottenuto dall'analisi è del tutto ipotetico. E' normale che un'analisi proiettata sul futuro produca un risultato associato ad una probabilità di realizzarsi. Per chi effettivamente si trova ad operare sul mercato diventa allora fondamentale stimare -almeno per davvero problematico.

Come si fa a valutare l'affidabilità di un "guru"? Nella maggior parte dei casi semplicemente non è possibile. Esiste poi un secondo problema. Per quanto l'affidabilità di un'analisi fondamentale possa essere elevata, essa non è mai assoluta. Vi è dunque sempre una probabilità non irrilevante che l'analisi di per sè sia errata, anche in modo sostanziale.

Che fare in questi casi? La risposta ovvia potrebbe essere che si provvede a revisionare l'analisi. Comunque con una considerazione inevitabile: la metodologia dell'analisi fondamentale porta alla costruzione di scenari di medio-lungo periodo i quali sono poco toccati da variazioni di alcuni dati nel breve. Gli aggiornamenti possono e debbono essere fatti, ma normalmente non sono nè rapidi, nè frequenti. Esiste infine un problema di ordine teorico. Gli studi e le analisi macroeconomiche sono usualmente ben pubblicizzate ed i risultati principali conosciuti da tutti. E' normale che il mercato già incorpori nei prezzi correnti le aspettative espresse da questo tipo di scenari.

Anzi al contrario di quanto suggerito dalla teoria delle aspettative razionali, il mercato non si adagia di conseguenza sui prezzi correnti in attesa di qualche "shock casuale", ma comincia già a lavorare sulla base delle "aspettative delle aspettative". In altre parole il mercato continua sempre a chiedersi "come muteranno le aspettative sul futuro nei prossimi giorni?". Per esprimersi nei termini del noto aforisma keynesiano del concorso di bellezza "quale sarà nei prossimi giorni la ragazza che gli altri penseranno essere la più bella"? Si può dunque concludere che l'analisi fondamentale, vista dal punto di vista del trader, costringe a "giocarsi tutto" su una singola idea.

Ad esempio, se pensiamo che il dollaro salga, compreremo dollari in ogni caso anche, e specialmente, se il mercato fa scendere il cambio. Se l'analisi è corretta prima o poi si guadagneranno molti soldi. E' però possibile che nel frattempo, le perdite realizzate siano così forti da costringerci ad uscire (gravemente feriti) dalle nostre posizioni prima di poter realizzare l'utile sperato. Questo è quanto accaduto nella realtà proprio nei confronti del dollare: il suo andamento era sempre "troppo" diverso rispetto all'andamento atteso; con conseguenti accumulo di perdite anche da parte degli operatori migliori. Sorvoliamo su cosa poi accade se l'analisi è all'opposto del tutto errata.

A parziale difesa dell'analisi fondamentale, occorre ricordare che essa è nata originariamente per fornire una guida ed un supporto alla politica economica e non per l'attività di trading. La cosiddetta "analisi tecnica" invece nasce proprio dal "floor" dei mercati e si configura come una serie di regole empiriche che devono aiutare il trader nelle sue decisioni giornaliere. Ci si dovrebbe dunque attendere che l'analisi tecnica riesca là dove l'analisi fondamentale fallisce, oppure -ancora meglio- che un uso combinato delle due tecniche permetta di ottenere dei buoni risultati.

Ma cosa è l'analisi tecnica? Abbiamo detto che essa nasce dal "floor" e dall'esperienza dei traders: ne consegue che essa non ha un particolare fondamento teorico e che il suo principale vantaggio risiede nella semplicità e rapidità con cui si può effettuare. Nelle sue forme più tradizionali l'analisi tecnica si basa sullo studio dei grafici, dei patterns o di certi tipi di indicatori che si suppone possano avere capacità predittive. Il risultato di questi studi è normalmente condensato in "ricette" del tipo "alla terza onda di Elliott bisogna comprare" oppure "allo sfondamento della linea di resistenza bisogna vendere".

E perchè questo dovrebbe essere vero, e di grazia, esiste un modo chiaro di identificare la terza onda di Elliott o la linea di resistenza? e chi è Elliott 2 ? quante volte si è ottenuto il risultato ipotizzato sul particolare mercato che ci interessa? Che probabilità c'è che si ripeta? e se non è più vero cosa facciamo? I manuali di analisi tecnica (la maggior parte dei quali sono in verità decisamente scadenti) si guardano bene dal rispondere esaustivamente a queste domande: spesso anzi l'intera questione è passata sotto silenzio e la "ricetta" deve essere accettata per atto di fede. Che fare a questo punto?

In un libro recente il matematico francese Renè Thom, riaccendendo un dibattito antico, traccia un importante distinzione tra la capacità esplicativa e la capacità previsiva di un modello 3. Thom sostiene la predominanza in senso scientifico dei modelli esplicativi su quelli previsivi sottolineando che un modello esplicativo non deve necessariamente essere un buon modello previsivo. 2 Incidentalmente può interessare sapere che Elliott era un poveretto che perse tutto o quasi nel crack del '29 a Wall Street. Lasciò delle note scritte che qualcuno 50 anni dopo pensò bene di vendere come fossero ricette miracolose per vincere sui mercati. Rimane naturalmente irrisolto il quesito del perchè Elliot sia morto povero pur disponendo di tali conoscenze. 3 R. Thom "Predire n'est pas expliquer", Flammarion, Parigi.

Un esempio classico di questo dibattito riguarda l'evoluzione della teoria sui tassi di cambio. Nell'arco degli ultimi trent'anni, si è passati dai modelli basati sugli squilibri della bilancia commerciale, ai modelli monetari degli anni '70, a modelli basati sulle scelte di portafoglio (con variazioni sul tema quasi infinite); per arrivare a concludere: (1) che nessun modello regge sufficientemente bene alla verifica empirica, (2) che l'arrivo di "news" (aspetto puramente pratico, privo di qualsivoglia evidenza teorica) influisce sui mercati a breve, (3) che nel "lungo" periodo probabilmente il principio delle Parità dei Poteri d'Acquisto funziona; di qui la necessità di tenere sotto controllo il prezzo degli hamburger nelle diverse capitali del mondo (si vedano le statistiche periodiche pubblicate dall'Economist). Se si accetta questo tipo di argomentazione, la teoria fondamentale trova una sua collocazione in quanto "spiegazione" del funzionamento di un'economia. Viceversa l'analisi tecnica tradizionale non trova una sua collocazione perchè non offre molto nè in termini esplicativi nè in termini previsivi.

Occorre dunque fare un passo in avanti. Cosa può essere oggi offerto al trader/gestore data l'impossibilità di generare un modello previsivo affidabile? Una prima risposta è: un metodo di lavoro che abbia certe caratteristiche di coerenza ed un certa performance passata direttamente misurabile. Questo studio si propone di esaminare i metodi di creazione e di analisi dei "sistemi di trading" nell'ambito di un processo di gestione finanziaria o di attività puramente speculativa.

Il sistema di trading è proprio la formalizzazione matematica di un certo metodo di lavoro che può nascere all'analisi fondamentale, dall'analisi tecnica o da idee ed esperienze generate dall'operatività concreta sul mercato. I sistemi di trading di per sè non hanno necessariamente nè capacità esplicativa, nè capacità previsiva dei prezzi. A differenza dell'analisi tecnica tradizionale, l'analisi dei sistemi di trading è però incentrata sulla verifica realistica della performance passata del sistema stesso. In questo senso ciò che si ricerca è dunque una capacità previsiva sulla performance del sistema piuttosto che sull'andamento dei prezzi. L'obiettivo può apparire secondario a chi ancora ricerca un metodo di previsione dei prezzi o il modello esatto del funzionamento di un'economia. Esso ha però almenodue vantaggi.

Anzitutto offre delle risposte non ambigue alle domande che ci siamo posti all'inizio: "quando comprare / vendere?" e "quanto comprare/vendere?". In secondo luogo, prevede sempre la possibilità di errore ed anzi ne fornisce una quantificazione. Questo non è tutto quello che serve per fare trading, ma è sicuramente una parte

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